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Avellino – Si affida ad una nota stampa il gruppo di opposizione a Palazzo di Città per esprimere il rifiuto a indicare un proprio rappresentante nel comitato di gestione del teatro “Carlo Gesualdo”. La minoranza parla di un multiforme sindaco Paolo Foti, che sempre più oscilla tra il ruolo di un attore di cabaret e quello di un personaggio pirandelliano, capace di sentirsi contemporaneamente uno, nessuno e centomila, che ha dovuto revocare le nomine dei componenti del nascituro Comitato di gestione del massimo cittadino per una macroscopica violazione dello Statuto comunale – riferisce il comunicato stampa.

Già questa violazione avrebbe dovuto preliminarmente sollecitare il sindaco a dimettersi immediatamente nell’aula consiliare durante il dibattito, anziché – prosegue l’opposizione – dichiarare ed annunciare per l’ennesima voltale le sue imminenti dimissioni. Il rispetto sacro delle regole è fondamento di ogni credibile forma di governo della cosa pubblica- ricordano i consiglieri.

Tra annunci e sconclusionate fughe dal dibattito pubblico- proseguono – il primo cittadino con la vocazione alla diserzione ha chiesto alle opposizioni un nome da includere nella rosa di coloro che avranno l’ingrato compito di risanare il Gesualdo; una istituzione ancora avvolta nel mistero di spese mai chiarite e di verità mai risolte in una sola, chiara, lineare verità. E ne ha per tutti la minoranza anche per quella   cosiddetta maggioranza senza numeri e senza dignità politica.

Ebbene- riferisce sempre la nota – i gruppi consiliari di minoranza- denominazione questa davvero impropria alla luce della frantumazione programmatica e politica della maggioranza – rifiutano seccamente la goffa richiesta di indicare un proprio rappresentante per il teatro, convinti che il tempo delle mediazioni sia scaduto. Le opposizioni chiedono che il Gesualdo, una grande risorsa per una fondata economia della cultura, non sia terreno di infauste spartizioni ma spazio di una credibile rinascita ideale e programmatica dell’Avellino attuale, le cui zone grigie devono ormai essere rimosse dalla topografia della moralità pubblica.

Secondo le opposizioni, di cui è portavoce il capogruppo Costantino Preziosi, la città ha bisogno di una radicale, profonda rigenerazione morale che non può non passare per una riformulazione dei compiti e dei doveri della politica, le cui responsabilità in questi difficili anni sono andate momentaneamente in esilio per lasciare spazio all’inconcludenza, alla improvvisazione, allo sfasciume, ai meschini egoismi individuali.