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Sant’Andrea di Conza (Av) – Costrette a soggiacere per anni ai desiderata sessuali di un “pastore” della Chiesa evangelica libera in un comune dell’Alta Irpinia, perché se non avessero ubbidito avrebbero compiuto peccato. Donne e bambine dovevano subire le violenze “in nome di Dio“. Dai palpeggiamenti alle vere e proprie violenze, aspettando in fila il loro turno. Denaro e sesso. Chi non lo avrebbe fatto era nel peccato e nelle adunanze religiose veniva anche screditata da parte dello stesso protagonista di questa storia scoperta grazie alle rivelazioni delle vittime. Sono proprio le accuse che almeno tredici donne, tutte fedeli della chiesa guidata dal pastore hanno rivolto nei confronti di un ex pastore di una chiesa evangelica, oggi ottantacinquenne.

A gennaio 2017 davanti ai militari del Nucleo Investigativo di Avellino arrivano le prime choccanti dichiarazioni delle vittime del pastore. Sono tredici in tutto, le cinque denuncianti. Il loro racconto determina l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Avellino.

Sono l’angelo“. A quanto pare, soprattutto se saranno confermate le accuse nei suoi confronti, l’ottantacinquenne indagato di divino e angelico aveva ben poco. Sicuramente però esercitava sulle sue fedeli un potere assoluto. A partire da quelle che gli erano più devote e che avevano messo a disposizione le loro abitazioni per consentire al pastore di poter avere in assoluta tranquillità i suoi rapporti o atti sessuali senza problemi.