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La piscina come il teatro Gesualdo. Un buco contabile di 700mila euro del quale ben presto sarà chiamato il Comune a risponderne, con i soldi dei cittadini. Sul rischio di default il capogruppo di opposizione Nadia Arace è perentorio: “A conti fatti sono anni che la Polisportiva non onora i ratei, senza che nessuno da Piazza del Popolo si sia sentito in dovere di chiedere conto, dimenticando che il Comune ha fatto da garante all’operazione”.

Cesaro gestisce diversi impianti come quello di Avellino. L’inchiesta che lo ha coinvolto ha determinato, di fatto, il blocco di tutti i suoi conti. Ma questo aspetto è un aggravarsi di una situazione già critica, evidentemente. Finita più volte sotto la lente per il mancato rispetto dei termini contrattuali con i lavoratori, la Polisportiva occupa quel bene dal 2006. L’investimento iniziale, poco meno di tre milioni di euro, doveva ammortizzarlo in quindici anni. Facile farsi un po’ di conti.

“Non c’è tempo da perdere”, denuncia Arace, “bisogna avviare una verifica completa e dettagliata di tutti i termini che erano stati previsti nella convenzione. Bisognerà passare al setaccio ogni procedura e capire se esistono i presupposti per dichiarare insolvente la Polisportiva e procedere ad una revoca. Come già accaduto per il teatro Gesualdo, ci sono cose fuori da ogni controllo e l’esecutivo continua sempre a guardare da altre parti. Noi abbiamo affidato la piscina alla Polisportiva ma non sappiamo quante sono le società che operano dentro quella struttura, ad effetto di collaborazioni e accordi che si sono sommati nel corso degli anni. Le responsabilità politiche sul caso piscina sono enormi, ma importanti e non più tollerabili sono anche le mancanze amministrative, I dirigenti al Comune di Avellino che fanno? Come è possibile ritrovarsi esposti per 700mila euro e non essersene resi conto prima?”

Antonio Signoriello, direttore della Piscina comunale, dell’entità dell’esposizione è informato. Parla di un piano di rientro, di una negoziazione possibile. Ma se i conti di Cesaro sono bloccati sarà ben difficile mettere mano ad operazioni finanziarie di questa portata. Insomma, il blitz degli uomini della polizia urbana, che hanno rilevato manufatti asseritamente abusivi all’interno della piscina, ha come scoperchiato un pentolone e lo spettro di un altro caso come il Gesualdo inizia a prendere corpo. “Noi vigileremo e denunceremo alla città ogni perdita di tempo”, promette Arace.