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Avellino – Nei giorni scorsi il Comune di Avellino ha aperto la strada al progetto di riqualifica di viale Italia, uno dei cuori pulsanti della città. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di regalare alla comunità una seconda pista ciclabile. Un progetto di ampliamento con la prima, quella di via Palatucci, che attualmente non è collegata con il resto della città.

L’idea parte dal “lontano” 2011 ma non è mai stato portata a termine con le precedenti amministrazioni guidata da Galasso, Foti e Ciampi, che dalla sua ha l’alibi di essere stato in carica per soli 4 mesi. Anche secondo il capogruppo di Avellino Più, Francesco Iandolo, che è stato raggiunto dai microfoni di Anteprima24, il progetto comunale può ambire a qualcosa in più rispetto a quello che la giunta Festa vuole fare.

Partendo da un vecchio progetto redatto da esperti di settore, Avellino potrebbe avere un triplo circuito pedonale interconnesso. Il consigliere Iandolo ci illustra l’affascinante quanto impegnativo nuovo progetto. “Non sono pienamente d’accordo con quello che vuole fare il Comune. La nostra proposta, supportata da studi di settore e docenti universitari, è quella di creare tre arterie ciclabili interconnesse che colleghino le varie aree della città”.

Intanto la futura pista ciclabile, che potrebbe essere un fiore all’occhiello per la green Avellino, non è stata ancora realizzata. L’amministrazione Festa ha confermato la propria intenzione di ampliare la pista, sperando in un aiuto da parte della Regione Campania per la realizzazione della nuova opera.

Un progetto da circa 82 mila euro che il Comune di Avellino investirà insieme a Palazzo Santa Lucia e che permetterà di far proseguire la pista ciclabile passando da via Colombo fino ad arrivare a via Cavour. Eppure Iandolo non è convinto. “Perché non tiriamo fuori il vecchio studio di fattibilità. Perché non cerchiamo di fare qualcosa di diverso, anche in merito alla bretella di Piazza castello e a tutti i lavori di rifacimento stradale come previsto dalle normative. Un percorso serio sarebbe il modo migliore per onorare Giovanni Cini, recentemente scomparso”.

di Giuseppe Di Martino