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Avellino – Una lettera di quattro membri della direzione nazionale del Pd, di un consigliere regionale e dell’ex presidente del Consiglio regionale al segretario nazionale Enrico Letta, un’altra di 23 segretari di circoli Pd della provincia di Avellino sempre a Letta. Nella serata di ieri sono arrivate le dimissioni del commissario del PD irpino, Aldo Cennamo.

Così scoppia la rivolta ad Avellino contro la decisione di rinviare le elezioni per la segreteria provinciale dem che doveva svolgersi la prossima settimana e che verrebbe rinviato per riaprire il tesseramento. “Siamo rimasti esterrefatti della ipotesi che ci è stata comunicata a mezzo stampa di rinvio di un congresso già convocato a novembre 2020, rinviato per l’emergenza sanitaria a marzo 2021 e nuovamente rinviato sempre per il riaccendersi della pandemia a maggio 2021. Un congresso con le date già stabilite e che doveva svolgersi nella prossima settimana”, scrivono in una lettera a Letta i membri della direzione nazionale Franco Vittoria, Toni Ricciardi, Vincenzo De Luca e Roberta Santaniello, il consigliere regionale del Pd Maurizio Petracca e il membro dell’assemblea nazionale Rosetta D’Amelio.

“Un congresso – spiegano – con due candidati a segretario in campo da mesi e rappresentanti delle sensibilità presenti nel Partito democratico di Avellino, con 200 candidati in campo a membri della assemblea del partito. Un congresso convocato con una platea di iscritti veri in carne ed ossa con rinnovi reali. Ricordiamo che lo stesso è stato convocato sulla base di circolari inviate dalla federazione nazionale che ci indicavano le regole con il rinnovo della platea del 2019, non si comprende pertanto come dalla stessa federazione che ci ha dato le regole ci giungano notizie circa un possibile rinvio del congresso che sarebbe stato celebrato la prossima settimana, che avrebbe dato a questo partito una degna rappresentanza.

Rimaniamo esterrefatti per non essere stati ascoltati, per noi era necessario tenere un congresso per costruire nuovo presidio di legalità, in una provincia nella quale si intravedono rischi e criticità”.

La protesta arriva anche in un’altra missiva inviata da 23 segretari a Letta: “La luce – scrivono – è stata spenta e in un momento in cui sui territori si avverte forte l’esigenza di avere un partito finalmente funzionante, si sceglie invece di tornare indietro, vanificando gli sforzi messi in campo in questi anni per ridare al Pd irpino un’identità, una struttura e una dignità. Si è deciso invece di dare spazio ad altro, aprendo le porte a chi nel nostro Partito vede uno trampolino per la costruzione di carriere personali, uno strumento per realizzare scopi personali. Si è deciso di svilire la comunità democratica”. Dai contestatori del rinvio arrivano anche accuse al vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano e al coordinatore Marco Meloni per l’ipotesi del rinvio.