- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

 

Le telecamere della trasmissione Rai “Report” tornano ad accendere i riflettori sulle grandi stragi lungo le strade italiane per il cedimento delle arterie gestite da Autostrade.

Dal crollo del ponte Morandi che nel 2018 costò la vita a 43 persone, principale tema della puntata di stasera della trasmissione condotta da Ranucci,  il parallelismo con la strage di Aqualonga è breve.

Sul viadotto dell’A16, la sera del  28 luglio 2013 lungo nei pressi di Monteforte Irpino un pullman, a causa di un guasto all’impianto frenante e alla mancata resistenza del guardrail autostradale, precipitò provocando 40 vittime e causando il più grave incidente stradale in Italia.

Le immagini di quella strada scorrono durante il servizio di Report che punta i riflettori sul quella che viende definita la “rete di protezione” nei confronti dell’ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci, principale imputato del processo per la strage del Ponte Morandi.

Per la tragedia di Acqualonga, però, Castellucci è stato assolto in primo grado, mentre nel processo di appello i pm hanno tornato a chiedere la condanna dal sostituto procuratore generale di Napoli Stefania Buda, che ha sollecitato l’accoglimento dell’impugnazione della Procura di Avellino e concluso per la colpevolezza degli ex vertici di Autostrade coinvolti nel primo processo alla luce della circostanza che la rinnovata istruttoria ha dimostrato le responsabilità dei vertici di Autostrade sul mancato intervento di riqualificazione delle barriere.

Castellucci è stato ascoltato lo scorso 9 marzo insieme all’ex direttore del Tronco Autostradale di Cassino Nicola Spadavecchia.

Strage di Acqualonga, in appello chiesta la condanna anche per gli assolti