- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

All’alba nelle province di Avellino e Caserta, il blitz anticamorra contro il sodalizio criminale Pagnozzi. L’operazione è scattata nelle province di Avellino e Caserta, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino, con il supporto dei Comandi competenti per territorio, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare custodiale a carico di tre persone disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli, nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti all’organizzazione camorristica denominata Clan Pagnozzi, gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei delitti di usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso.

 

GLI SVILUPPI. Per delega del Procuratore Distrettuale f.f. si comunica che, in data odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa a carico di tre persone (1 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), ritenute gravemente indiziate di usura ed estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso.

Il provvedimento è stato disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia che ha coordinato le indagini. L’attività investigativa ha consentito di ricostruire che i tre soggetti (di età compresa tra i 62 e i 70 anni, appartenenti al medesimo clan “Pagnozzi”), tra il 2021 e il 2022 si erano fatti consegnare da due imprenditori del luogo, interessi usurari in corrispettivo di più prestazioni di denaro, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la citata associazione camorristica.

In particolare, i destinatari dell’odierna misura, approfittando dello stato di bisogno in cui versavano le vittime ed avvalendosi del potere intimidatorio derivante dall’appartenenza al gruppo criminale, prestavano agli interessati, in diverse occasioni, somme di denaro contante per un totale di circa 40 mila euro, applicando un tasso annuo fino al 132% e lasciando immutata la somma finale da restituire. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.