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Alle prime luci dell’alba, i militari della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino hanno arrestato 8 soggetti e sequestrato  preventivamente 8.982.018,12 di euro.

Il nome dell’imponente operazione è ”Atterraggio Italia” ed ha permesso di sgominare una rete internazionale con cuore pulsante nel napoletano abile nell’emissione di fatture false.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip presso il Tribunale di Napoli, Saverio Vertuccio, su richiesta del Sostituto Procuratore, Sergio Raimondi della Procura partenopea, III Sezione Reati Finanziari.

Complesso il meccanismo con cui l’organizzazione criminale evadeva le tasse intascando ingenti somme di denaro: i vari componenti della fosca società avevano, difatti, costruito un sistema di frode “carosello” che prevedeva l’interposizione, nelle transazioni commerciali, di “società cartiere” che hanno consentito loro di evadere l’Iva per l’importo sopra indicato. In questo modo, gli indagati potevano acquistare ingenti partite di carburante da rivenditori siti in Croazia e Slovenia ed, evitando il pagamento dell’imposta, vendevano il prodotto ai clienti finali a prezzi molto bassi. Questi ultimi, di conseguenza, riuscivano a praticare prezzi “alla pompa” fuori mercato.

Le indagini, supportate da una grossa mole d’ intercettazioni telefoniche e  da attività ispettive, hanno evidenziato fatturazioni per operazioni soggettivamente inesistenti, nei confronti di 7 società riconducibili al sodalizio criminale disarticolato e 47 destinatarie dei prodotti, per un imponibile pari ad € 41.522.594,23 ed un’imposta Iva sottratta all’erario pari ad € 8.982.018,12. Attraverso le conversazioni telefoniche, è venuto fuori anche il “gioco dei prestanome” a cui gli indagati sopra indicati impartivano direttive insindacabili.

Come una grossa piovra, la società investiva in settori diversificati in Romania che miravano ad accrescere il proprio profitto  in campo immobiliare ed anche nel settore del commercio dei prodotti petroliferi. In particolare, sono stati accertati rilevanti interessi economici di due indagati a Cluj Napoca, principale città della Transilvania. Infine, è stato appurato che tre dei soggetti indagati risultano tuttora percettori del reddito di cittadinanza