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Avellino – La sua identità era rimasta avvolta nel buio ma ora, grazie a una complessa indagine difensiva, potrebbe fornire informazioni utili sulla tragedia del bus precipitato la sera del 28 luglio 2013 dal viadotto Acqualonga, sull’autostrada A16, nei pressi di Monteforte Irpino (Avellino), il grave incidente stradale nel quale persero la vita 43 persone.

L’avvocato Sergio Pisani, che difende Gennaro Lametta, il proprietario del bus, ha rintracciato attraverso una sua attività investigativa colui che materialmente, secondo quanto risulta in una registrazione ambientale annessa agli atti, controllò i bulloni della trasmissione del bus pochi giorni prima della tragedia.

L’avvocato Pisani ha consegnato il dossier alla Corte di Appello di Napoli davanti alla quale è in corso il processo di secondo grado sulla cosiddetta strage del viadotto Acqualonga. E’ quindi probabile che i giudici di secondo grado possano convocare il meccanico, di cui finora si conosceva solo il nome di battesimo, per acquisire così la sua testimonianza e ulteriori informazioni sulla vicenda. Secondo quanto è emerso dall’incidente probatorio sul mezzo, i
serbatoi dell’olio dei freni furono danneggiati e resi inservibili a causa del distacco della trasmissione determinata dall’errato serraggio dei perni.

Per l’avvocato di Gennaro Lametta, condannato in primo grado a 12 anni di reclusione, la responsabilità del grave incidente stradale appartiene alla Società Autostrade, che non eseguì la dovuta manutenzione sulle barriere laterali del viadotto, e a chi si occupò della serraggio dei perni della trasmissione.