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Raffaele Baldares ha 42 anni, impiegato  in una concessionaria di automobili irpina, è spostato con Daniela Mesi e hanno due splendidi figli nati a coronamento del loro amore, Carlotta di 10 anni e il più piccolo di 7 anni, Antonio, affetto della patologia dello spettro autistico.

Strada facendo Raffaele, a 41 anni, gli è stata diagnosticata la SLA, Sclerosi laterale amiotrofica.
Una doccia fredda per una famiglia che a testa alta già affrontava mille difficoltà.  Ma sempre con spirito combattiero. E anche stavolta, passato il trambusto iniziale, Raffaele e la sua amata Daniela non si sono persi d’animo.

Nell’odissea tra visite mediche e tutto quello necessario quando scopri di avere una malattia che ti compromette la vita, i primi contatti con l’America.
In verità anche gli specialisti fuori continente, non hanno dato la certezza di una cura che può salvare la vita a Raffaele. Restano però una serie di mezzi terapeutici che potrebbero e migliorare, seppur di di poco, la vita dell’uomo. Per ricevere queste cure, chiaramente, la famiglia deve recarsi in America, destinazione Texas, e tutto quanto ha un costo: almeno 100.000 euro.

Di qui la tenacia della moglie Daniela che ha attivato una raccolta fondi su “GoFundMe” (CLICCA QUI PER VISUALIZZARLA O PARTECIPARE) la più affidabile piattaforma di raccolta fondi online per sogni e necessità.

In meno di 24 ore è scattata una catena di solidarietà senza confini che è riuscita a ricevere donazioni quasi per 5000 euro. Un importo che chiaramente ancora non basta, ma rappresenta una grande carica di energia e speranza per la famiglia.

Ma la catena di solidarietà è lieviata a tal punto che la è stato necessario anche aprire 

un codice IBAN IT70K360810513829062899671

Lo sottolinea con commozione la forza Daniela, raggiunta a telefono:” Era tempo che parlavo con mio marito della possibilità di attivare una raccolta fondi per vedere se riuscivamo nell’impresa di raggiungere almeno una parte dell’importo necessario per volare in America. Ma lui, spesso, è stato assalito dalla vergogna. Ed invece quanto sta accadendo in queste ore ci fa capire che abbiamo compiuto il passo giusto.

In queste ore siamo stati contattati dal sindaco di Mercogliano, Vittorio D’Alessio, da quello di Avellino e di Mercogliano. Subito si sono attivati tutti ad aiutarci. Siamo davvero senza parole”.

Daniela ringrazia anche Maria e Renato D’Argenio, proprietari della Cartoleria-Libreria Punto Contabile di Avellino, dove è stata attivata un’altra raccolta fondi.

Riavvolgendo per un attimo il nastro a due anni fa, Daniela raccolta come si sono accorti della malattia: “E’ stato tutto abbastanza improvviso e poi veloce- ricorda- Raffaele iniziava ad avere cadute improvvise, anche da fermo. Qualche settimana dopo mi ha detto che sentiva i muscoli delle braccia vibrava. Era estate e il medico di base ci disse che probabilmente dipendeva dal caldo e da una carenza di magnesio. Ricordo un viaggio fino a Pisa per portare mio figlio a fare una visita. Raffaele non aveva più nemmeno la forza nelle mani per aprire il tappo di una bottiglia di plastica. Ci è stata suggerita una visita neurologica”.

Prima l’aiuto che Daniela giudica “fondamentale” del professor D’Amore, poi le trasferte prima a Napoli, poi a Torino, dal professor Adriano Chiò e la diagnosi finale: una malattia il cui decorso, a 40 anni doveva essere lenta, ma lenta non lo è stato.

Daniela mentre raccolta gli ultimi due anni mantiene un tono di voce sempre solare. Le domanda dove trovi la forza. “Se si hanno due figli la forza la devi trovare. La trovi. Pensa che una volta il neurologo chiese a Raffaele se avesse bisogno di un antidepressivo. Lui rispose: l’antidepressivo sono i miei figli”.

Resta però un appello di sensbilizzazione, a tutti le latidutini, “perche in Italia di Sla si parla ancora troppo poco. E non è possibile che per le cure bisogna andare oltre confine e sobbarcarsi spese così eccessive. Senza questa raccolta fondi noi non ce l’avremmo fatta. Spero che il nostro esempio- agginge con grinta Daniela- sia da stimolo per tante altre famiglie che si trovano o si troveranno in una situazione simile alla nostra. Non biosgna arrendersi”.

E Daniela e Raffaele non lo hanno fatto nemmeno davanti a una tragedia senza confini.