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Ma l’America è lontana, Dall’altra parte della luna”, cantava Lucio Dalla in una delle sue canzoni capolavoro, “Anna e Marco”.
“Se chiude gli occhi lui lo sa. Lupo di periferia… Marco che vorrebbe andar via…”.

Il lupo nostrano è Raffaele Baldares, la cui battaglia per lenire le gravi conseguenze neurodegenerative della Sclerosi Laterale Amiotrofica, è sotto i riflettori da molti mesi.

Da quando, ricordiamo, la sua Daniela nel giorno della festa del papà, ha attivato una raccolta fondi su“GoFundMe(CLICCA QUI PER VISUALIZZARLA O PARTECIPARE) , affinchè si potesse raggiungere l’importo necessario per sostenere i viaggi in America, unico Continente al momento dotato di strutture sanitarie che prevedono cicli di cure adeguate per rallentare le conseguenze della Sla. Ma salatissime in termini economici.

Ora Raffaele deve tornare urgentemente alla clinica di Miami, dove ha avviato il suo percorso. In verità lo avrebbe dovuto già fare ad inizio settembre, ma i costi ingenti hanno costretto la famiglia a rimandare il viaggio.
Ma ora non c’è più tempo da perdere, perchè ogni minuto che passa complica il quadro clinico dell’uomo e, rischierebbe di vanificare anche il progresso registrato durante la prima permanenza alla BodyScience (LEGGI QUI)

Per questo domenica al Comune di residenza dei Baldares, Mercogliano, si è tenuta una giornata di beneficenza organizzata grazie allo sforzo e all’amore di Concettina Franco,  grande amica della famiglia.
La donna ha cercato di coinvolgere tutte le attività commerciali del posto, grazie anche al sostegno del vicesindaco di Mercogliano, Stefania Di Nardo, per organizzare una giornata di convialità con il doppio sforzo di tornare ad attivare la catena di solidarietà per Raffaele.

Negli occhi di Raffaele, di Daniela, delle rispettive mamme, Luisa e Rosaria, delle sorelle Imma e Anita c’è emozione unita alla riconoscenza per tutto quello che è stato fatto e che viene ancora fatto dalla famiglia.
Ma traspare anche paura perchè il tempo scorre al passo della Sla. E poi c’è anche rabbia, quella che non nasconde Daniela, perchè in Italia non c’è alcuna possibilità di potersi rivolgere a strutture di medicina riparativa. Ma di questo ne parleremo in un’altra occasione.

Intanto la famiglia, emozionata, ringrazia, quanti hanno partecipato alla manifestazione di domenica, ricordando che i canali per le donazioni restano sempre attivati, oltre a GoFundMe, anche il onto corrente  a nome di Daniela Maesi, con causale CURE SLA su iban: IT70K3608105138290628990671.

In fondo, come recitava la locandina della giornata di domenica, “Nulla è impossibile, basta volerlo”, ma occorre il contributo di tutti.

Fino all’ultimo respiro”, come la sorella Anita dice con la voce spezzata dalle lacrime.