Non c’è un avellinese degno di sentirsi tale, che non ha varcato, almeno una volta nella sua vita, la porta della storica salumeria Sabatiello di Corso Vittorio Emanuele. Attività commerciale del capoluogo che resiste da tre generazioni, collocata all’ingresso del salotto buono della città, dalla parte di Piazza Libertà, poco distante del Palazzo della Prefettura e che ancora conserva l’intramontabile insegna “Latticini”, .
Il nome della piccola salumeria ricalca il vezzeggiativo di nonno Sabato Iannaccone che negli anni 30 decise di aprire la sua piccola bottega, forse senza nemmeno immaginare che poi si sarebbe tramandata di generazione in generazione, prima attraverso il figlio Vittorio, poi con il nipote Walter che oggi ci ha accolti e raccontato la sua storia.
Un luogo che ha assistito al trascorre del tempo, e Walter lo rivendica orgoglioso, mostrandoci la foto dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quando nel 1943 l’attacco delle truppe anglo-americane diretto al Palazzo della Prefettura colpì anche il negozio di Sabatiello.
“Ma ieri come oggi la nostra mentalità è sempre stata quella di cadere e rialzarci. Lo ha fatto mio padre che gestiva l’attività durante il terremoto dell’80, l’ho fatto io durante la pandemia da Covid che è stato un altro duro colpo. Ci siamo sempre rimboccati le maniche e reinventati”, dice Walter che oggi resta saldamente e fieramente dietro a quel bancone che è diventato una seconda casa.
Eppure proprio l’attuale titolare ha preso in mano l’attività negli anni dell’assalto della grande distribuzione organizzata e l’avanzare della rete dei supermercati.
“Proprio in quella fase – continua a raccontare – abbiamo iniziato a puntare esclusivamente sui prodotti di nicchia, preferendo l’alta qualità, oltre che la serietà, la professionalità e l’amore per il proprio lavoro. E’ certamente stata una sfida di coraggio, ma è stato evidente che ad un certo punto dovevamo cambiare radicalmente il concetto del commercio che si faceva una volta. In primis bisogna essere preparati e conoscere i prodotti che si vanno a proporre al cliente, lavorando con la consapevolezza di credere nella propria idea che, se al momento può sembrare azzardata, a lungo termine porterà risultati.
Il cliente da noi oggi non trova la pasta o che i biscotti dei grandi marchi che si possono compare in un qualunque supermercato. I nostri prodotti provengono principalmente da aziende irpine che fanno particolari lavorazioni. Vale per la pasta, per la farina, per i biscotti, per le marmellate, così come per altro. Prodotti fatti di pochi e genuini ingredienti. Un’altra dote che bisogna avere è quella di non sentirsi mai arrivati, – prosegue Walter Sabatiello – ma lavorare con l’ambizione a migliorare, scegliendo prodotti che, e lo dico con una buona dose di presunzione, pochi conoscono ma apprezzano”.
Di qui lo zoccolo duro di una clientela che nella bottega di Avellino va proprio per trovare determinati prodotti e per il rapporto di fiducia che si è instaurato. “Certo – aggiunge Walter – c’è qualcuno di passaggio, soprattutto in estate che incuriosito dal trovare anche una salumeria lungo il Corso di Avellino (e anche l’unica, di così lunga tradizione nell’intera città ndr) tra bar, catene di abbigliamento e tutto quello che il commercio dei nostri tempi offre. Ma devo dire che la mia clientela affezionata ha apprezzato anche il cambiamento dell’offerta, apprezzando la qualità dei prodotti e adeguandosi anche ai loro prezzi”.
Una piccola bottega di proprietà che ha vissuto una buona parte della storia della città e dei suoi cambiamenti, un piccolo patrimonio che cristallizza il fascino di un mestiere che, come altri, affronta sfide e difficoltà di tempi cambiati, forte però di una ricchezza che solo il tempo e la tradizione concedono. Una tradizione che, tuttavia, è destinata prima o poi ad interrompersi.
“Dopo di me non ci sarà più nessuno”, aggiunge Walter con un pizzico di malinconia ma anche con il tono perentorio di chi sa che oltre non si può andare.
Lui ha una figlia che probabilmente ha seguito altre strade, ma del resto papò Walter non può darle torto in un mondo che corre e cambia veloce, che subisce inevitabilmente gli effetti di una crisi economica che, paradosso, con la pandemia sembra averci riportato contraccolpi che hanno ricordato guerre e catestrofi naturali come terremoti.
E comunque in linea di massima, il fascino del passato che arriva fino ai giorni nostri, non può essere sempiterno in un tempo dove sono scomparse la maggior parte di queste piccole realtà in nome di omologazione che ha colpito tutti i settori, nessuno escluso.