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Monta la protesta contro il dimensionamento scolastico. In campo a anche i sindacati. La Flc Cgil Avellino e la Cisl Scuola IrpiniaSannio accusano anzitutto la Regione Campania che «a partire dalla emanazione delle Linee guida, non ha inteso operare, nei fatti, una scelta politica di tutela delle aree interne di tutto il territorio campano.

A ciò si aggiunga che la prassi dei tavoli separati (della Regione con i Dirigenti Scolastici e della Provincia con i Comuni e le Istituzioni scolastiche), in una fase straordinaria come quella attuale, ha reso ancora meno trasparente il processo di ridefinizione delle autonomie scolastiche, rendendo difficile, in assenza di obiettivi precisi, la stesura dei Piani Provinciali.

Questa circostanza – continua – rischia di lasciare disattese le possibilità di deroga, pur previste dalle Linee guida, in considerazione di parametri come la consistenza della popolazione residente, le caratteristiche demografiche, orografiche, economiche e socioculturali.

La provincia di Avellino ha indiscutibilmente un’alta percentuale di territorio montano e di aree a basso sviluppo economico testimoniati da un indice di densità abitativa di soli 143,6 abitanti/Kmq (con punte di 19 ab./Kmq) particolarmente basso se rapportato alle aree costiere (la provincia di Napoli, ad esempio, ha 2.553 ab/Kmq) e, comunque, ben al di sotto della media regionale di 424 ab./Kmq.

Si rende necessario, pertanto, applicare lo stesso principio di compensazione interregionale previsto dal Legislatore per la tutela delle aree più deboli anche nella
determinazione del dimensionamento della rete scolastica regionale, prevedendo
compensazioni interprovinciali e anche tra gli ambiti provinciali.

Le compensazioni consentirebbero nelle zone più svantaggiate della nostra provincia di poter limitare gli effetti del dimensionamento, non dando corso alla costituzione di alcune Istituzioni Scolastiche insistenti su territori troppo vasti, che renderebbero estremamente difficile l’azione dirigenziale, quella amministrativa e, nel contempo, particolarmente gravose le condizioni di tutto il personale ad esse assegnate e, non ultimo, accrescerebbero il disagio per l’utenza nei rapporti con l’Amministrazione. Pur riconoscendo, pertanto, che la proposta presentata dalla Provincia – aggiunge – è mossa soprattutto dall’obiettivo di dare stabilità nel tempo alla rete scolastica, le scriventi OOSS richiedono all’Amministrazione provinciale e regionale l’apertura di un ulteriore tavolo di confronto, in questo caso necessariamente congiunto, per le motivazioni espresse in premessa».