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Avellino – Due anni fa era finito alla ribalta nazionale per il vero e proprio arsenale scoperto dagli agenti della Digos di Avellino, che deteneva a pochi metri dalla sua abitazione, quello che spediva dopo le ordinazioni via web alle tifoserie di mezza Italia.

Nella mattinata di ieri Emanuele Armellino, assistito dagli avvocato Valeria Verrusio e Dario Vannetiello, imputato davanti al Gup del Tribunale di Avellino proprio per la detenzione della vera e propria «santabarbara» ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione con pena sospesa. Assolto dall’accusa di aver procacciato invece il materiale esplodente a disposizione di Armellino, l’altro indagato, Michele Iervolino, assistito dall’avvocato Nello Pizza. Per lui la decisione è arrivata all’esito del giudizio abbreviato chiesto dalla difesa.

L’accertamento era stato disposto dalla Procura della Repubblica di Torino, quello coordinato dal pm Andrea Padalino nell’ambito dell’inchiesta avviata nel 2015  dalla Digos di Torino a seguito dell’esplosione lo scorso anno di una bomba carta nel corso del derby TorinoJuventus.