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Il mondo sindacale della provincia di Avellino risponde presente allo sciopero nazionale proclamato dal Cgil e Uil a sostegno della sicurezza del lavoro, per una “giusta riforma fiscale” e per “un nuovo modello sociale di fare impresa”: la protesta è di quattro ore per tutto il settore privato e di otto ore per l’edilizia.

Con in testa i segretari generali di Cgil, Franco Fiordellisi, e Uil, Luigi Simeone, il corteo partito da Piazza Castello ha sfilato per tutta la città arrivando fino alla Prefettura di Avellino.
Lì l’Assemblea pubblica e la “chiamata” di Fiordellisi alla piazza avellinese a dire tutti insieme “basta”, non senza prima aver osservato un minuto di silenio per le vittime del lavoro e le ultime solo in ordine temporale, quelle  dell’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana. In tutta l’Emilia Romagna la protesta di 4 ore è stata estesa a 8 ore.

Ed allora basta piangere colleghi che muoiono per andare a lavorare o quando tornano a casa troppo stanchi dopo ore di lavoro maggiori rispetto a quelle previste (nella nostra provincia appena ieri sera l’ultima in ordine temporale), basta a ingiustizie, basta a vertenze senza risoluzione.

Ed infatti sul palco salgono i rappresentanti di Asiped, Industria Italiana Autobus, giusto per citare le due vertenze simbolo di una provincia che da decenni soffre atavicamente la chiusura delle fabbriche, a rivendicare il loro diritto al lavoro. Nel mirino anche la politica, quelle istituzioni che, come incalza il Segretario Cgil “da anni non fornisce risposte adeguate”.

La richiesta unanime, dunque, resta  quella di migliori politiche e interventi in materia di salute e sicurezza, con l’obiettivo di ridurre a zero le morti sul lavoro che nei primi pesi del 2024 sono già arrivate a circa 200.