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(Servizi raccolti e realizzati da Simona De Cunzo e Antonio Tedeschi)

Sono da dieci giorni a bordo dei loro trattori e dicono di non voler scendere finchè il loro grido d’allarme riceverà risposte concrete. Reali. Nero su bianco.

Sono gli agricoltori di Avellino che, al pari dei colleghi della Campania e del resto d’Italia, da ormai quasi due settimane stanno anche rinunciando ad andare a lavorare la propria terra, e quindi a guadagnare, perchè “così non si può più andare avanti”.

Dopo la nuova mattinata di protesta a Collina Liquorini, sede distaccata della Regione Campania, e l’incontro che per certi versi definiscono “rassicurante” con il direttore generale dell’Assessorato alle Politiche agricole, la funzionaria Mariella Passari, sono tornati al presidio permanente di Piazza Kennedy. E vi resteranno, nella loro forma di protesta pacifica, finchè la situazione non si smuoverà.

Non siamo tutelati a livello commerciale e sui prezzi, non ci sono controlli. Il prezzo che paghiamo al supermercato viene deciso dalla grande distribuzione, coloro che hanno i numeri per poter fare la loro politica. Perché a noi agricoltori il prodotto viene pagato ad un costo minimo che non ci permette di coprire neppure i costi di produzione mentre poi al supermercato il prezzo è otto volte più alto?”, domanda Giancarlo De Nunzio, a nome di tutti i suoi colleghi.
Per il momento restando ancora senza risposte.