- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

 

Dopo la protesta di domenica scorsa, gli agricoltori della provincia di Avellino in gran massa tornano a protestare davanti la sede cittadina della Regione Campania, a Collinia Liquirini, mentre vanno in scena “le esequie dell’agricoltura”.

Questo uno dei manifesti affissi sulle centinaia di trattori che tra clacson, fumegeni e coriandoli, si radunano in attesa dell’incontro con un delegato regionale.
Eloquente l’immagine di una bara che campeggia su un trattore, fasciata del tricolore italiano, così come tante bandiere sventolano in aria.

“Per praticare politica o sindacato… oltre che frequentare la scuola è preferibile svolgere, anche, attività lavorative”, un altro striscione.
Ed infatti al netto di una protesta che sin dall’inizio ha tenuto fuori i sindacati, questa mattina all’arrivo a Collina Liquorini del consigliere regionale e Presidente della Commissione Agricoltura, Maurizio Petracca, i manifestanti hanno specificatamente fatto intendere che la presenza non fosse gradita.

“Il nostro movimento Agricoltori è sceso in piazza proprio perchè negli ultimi mesi è mancata la politica– dice un manifestante. Anche i nostri sindacati fino a questo momento sono stati fermi sulle loro poltrone i loro uffici non hanno dato un cenno di conforto a noi agricoltori. Non è il momento di seguire i sindacati o politici. Vogliamo sistemare le nostre faccende, magari formando con un Comitato nazionale di agricoltori che si rivolege direttamente al Parlamento al Governo italiano”.Quindi il senso dell’inconto che una delegazione ha tenuto con i referenti regionali della sede di Collina Liquorini:  “La Regione può intervenire avendo l’Autonomia regionale su alcune punti che già abbiamo. Ci sono le accise dei carburanti dove la Regione ha la possibilità di modificare su una percentuale queste accise. C’è la misura 22% che riguarda le calamità che noi abbiamo bisogno. Ben venga che il governatore De Luca ci ascolti, siamo fiduciosi magari si presenta qui, perché no, e quindi fa vedere che davvero sostiene la nostra battaglia”.