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Benevento – E’ toccato al Prefetto Carlo Torlontano presiedere il tavolo di lavoro per l’accoglienza che vede ormai coinvolto di fatto tutto il Paese per una vera e propria gara di solidarietà nazionale, mentre ancora si attendono precise direttive dalla Regione Campania e dagli Organi ministeriali.

Presenti oggi in Prefettura i rappresentanti di enti e associazioni e dell’Asl per coordinare al meglio la risposta a questa emergenza internazionale.

L’ostacolo più importante che si riscontra riguarda le strutture comunali. D’altra parte, anche la Caritas diocesana, che dunque fa riferimento a beni immobili di proprietà ecclesiastica, conferma, per bocca del suo responsabile Pasquale Zagarese, che occorrono strutture di prima accoglienza.

Nel corso dei lavori in Prefettura sono state esaminate diverse opzioni logistiche, ma nessuna decisione  è stata presa. Un’ipotesi che si dovrà discutere è quella sulla struttura della ex Caserma Pepicelli che, al momento, è struttura a supporto della campagna vaccinale, con la sua zona adibita a protocollo unico e quindi zona vaccinazioni, zona tamponi  quarantene e accoglienza.

I lavori sono stati aggiornati alla settimana prossima, allorché sarà convocata una assemblea dei Sindaci, ma per l’intanto non si resterà con le mani in mano: infatti si sta cercando una strada univoca e condivisa almeno tra le Amministrazioni comunali dei capoluoghi di provincia. E difatti già nel pomeriggio, coordinato dalla Prefettura di Napoli, è in programma un incontro tra i sindaci delle città capoluogo al fine di cercare una soluzione compatibile con le necessità dei profughi e le disponibilità sul campo delle nostre Istituzioni.

Zagarese ha sottolineato: “Noi come Caritas continueremo al momento a fare il censimento per l’accoglienza nelle parrocchie. Fino ad adesso abbiamo inserito 12 persone. Sono diversi i Comuni che si sono già interfacciati con le Caritas parrocchiali“.

Il vice sindaco di Benevento, Francesco De Pierro, ha avvertito: “L’evoluzione di questo percorso non finirà a breve. I territori devono farsi trovare pronti verso chi sta vivendo drammi sociali. E’ un’emergenza di guerra ma allo stesso tempo pandemica. Il paese ucraino ha un tasso di vaccinazione non elevato. Bisogna usare la massima prudenza, ma la solidarietà è importante“.

Sulle strutture logistiche, De Pierro ha detto: “Noi non abbiamo grosse strutture per esercitare l’accoglienza. Resta un grave problema e soprattutto chi vorrà ospitare in maniera privata dovrà essere censito dalla Questura. Serve un segnale importante anche da parte dei privati“.