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Agosto o novembre poco cambia. L’Alto Calore suona sempre lo stesso spartito. Soltanto il 27 ottobre scorso vi davamo notizia dello stop notturno all’erogazione idrica in 22 comuni sanniti – ma la situazione non cambia per l’Irpinia – serviti dalla società che ha sede ad Avellino.

Trascorsi sette giorni, una nuova comunicazione è apparsa sul portale internet Alto Calore.

Forma e sostanza sono sempre le stesse. Quello pubblicato questa mattina è un copincolla della nota di una settimana fa.

“A causa delle riduzioni addotte alle sorgenti e dei forti assorbimenti idrici, questa Società provvederà ad effettuare chiusure notturne, ciò al fine di consentire l’accumulo della risorsa idrica ai serbatoi, per favorire un adeguato servizio nelle ore diurne. Pertanto, ci saranno limitazioni della risorsa idrica secondo le informazioni di seguito indicate. Si invitano gli utenti a contenere i consumi per evitare disfunzioni nelle ore diurne, con mancata erogazione o cali di pressione”.

Restando nel beneventano, solo nove dei trentacinque comuni sanniti a gestione Alto Calore possono tirare un sospiro di sollievo. Si tratta di Castelvenere, Faicchio, Guardia Sanframondi, Montesarchio, Paolisi, Paupisi, San Giorgio la Molara, San Lorenzo Maggiore e Solopaca. Per loro niente rubinetti a secco dalle 22 alle 6, la fascia oraria di interruzione del servizio annunciata per gli altri 26 comuni.

A leggere le motivazioni, siamo alle solite. Piove poco, i cittadini consumano troppa acqua e le risorse vengono a mancare. Sempre e solo in Irpinia e nel Sannio.

Territori particolarmente sfortunati. Inseguiti da una nuvola di Fantozzi che funziona alla rovescia: invece di dartela, l’acqua, te la toglie.