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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Comitato Sannita Acqua Bene Comune.

“Il Comitato Sannita Acqua Bene Comune ha diffidato il Presidente del Consiglio Comunale dr. Mario De Minico a porre all’ordine del giorno il quesito sul referendum comunale per la gestione dell’Acqua a Benevento. La medesima diffida è stata inviata al Prefetto di Benevento ed al Difensore Civico regionale al fine di ottenere il riconoscimento del diritto al voto dei beneventani che finora è stato impedito dall’attuale amministrazione comunale.

Bisogna ricordare all’opinione pubblica che esattamente un anno fa sono state consegnate dal Comitato promotore 3.285 firme di elettori beneventani, i quali hanno chiesto la celebrazione di un referendum sull’acqua e che a novembre il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità il regolamento che disciplina lo svolgimento dei referendum, recependo quasi integralmente la bozza inviata dal Comitato Abc (dopo il nulla in Commissione Affari Istituzionali  per oltre un anno a spese dei cittadini).

Il Comitato ha appresso con preoccupazione e perplessità dalla stampa locale che il Presidente De Minico ha chiesto al Ministero  dell’Interno la modifica dello Statuto comunale con l’inserimento di un Comitato tecnico, che decida sull’ammissibilità dei referendum. Se tale notizia fosse fondata è del tutto evidente che l’amministrazione sta cercando di raggirare la volontà degli elettori, facendo ricorso ad una figura non prevista dalla normativa comunale, cercando addirittura di modificare il regolamento Comunale da essa stessa ha approvato all’unanimità. C’è davvero dell’incredibile in questa vicenda…

Lo scorso 08.01.2020 il Difensore Civico Regionale ha assegnato un termine di 30 giorni al Comune per adempiere, ma in tutta risposta il dr. De Minico ha tirato fuori dal cilindro quest’altro stratagemma per guadagnare ulteriore tempo prezioso per cercare di rinnovare la licenza ad Acea/Gesesa, senza interpellare i cittadini che ne hanno fatto richiesta. È bene ricordare a tutti, ed al dr De Minico, che solo una delibera votata “all’unanimità dal Consiglio comunale” può impedire l’indizione del referendum: il motivo per cui l’amministrazione non risponde da un anno alle nostre richieste a questo punto è chiaro a tutti, la preoccupazione che la cittadinanza possa dire che l’Acqua pubblica bene comune non può essere gestita dalle multinazionali.

Tutto questo non ci fa arretrare di un solo centimetro nella battaglia a difesa del diritto universalmente riconosciuto di garantire l’accesso all’acqua a tutti, nel rispetto dell’esito del referendum nazionale del 2011.

Nell’eventualità che l’attuale amministrazione continui a rinviare lo svolgimento del referendum, sarà nostra cura agire, nelle opportune sedi, e se detta azione dilatoria dovesse procurare danni al bilancio comunale a seguito del mancato accorpamento con altri appuntamenti elettorali, provvederemo ad informare la Corte dei Conti”.