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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma dell’Archeoclub di Apice.

Oggi, 21 novembre, è la Giornata Nazionale degli Alberi e tal proposito portiamo a conoscenza della cittadinanza di Apice la risposta che ci è arrivata proprio nella serata di ieri da parte dell’ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Benevento in merito ad un quesito che abbiamo rivolto in riferimento all’ipotesi di abbattimento di dieci Cedri dell’Himalaya di Corso del Progresso palesata qualche mese fa dall’amministrazione Pepe. Senza entrare nel merito delle due perizie effettuate, l’Archeoclub ha posto un quesito all’Ordine, chiedendo se effettivamente fossero indispensabili delle prove strumentali ai fini dell’abbattimento degli alberi in questione. La risposta, a firma del Presidente dell’Ordine, Angelo Marino, ha confermato in sostanza quanto già dichiarato dall’Agronomo territorialista Rino Borriello in merito sia alla necessità di verifiche strumentali su alberi visibilmente sani e sia all’importanza degli alberi stessi. Rivendichiamo con soddisfazione quanto fatto dall’associazione in difesa degli alberi e dell’ambiente.

Di seguito pubblichiamo Il testo integrale della risposta: “Il verde urbano ma, soprattutto la valutazione della stabilità degli alberi è argomento oggetto di particolare attenzione ma spesso affrontato senza le dovute cognizioni.

La presenza di strutture verdi è fondamentale, soprattutto in un periodo storico particolarmente delicato dal punto di vista degli equilibri climatici e lo è anche in ambiente urbano, nel quale contribuisce a mitigare gli sbalzi termici, riduce l’impatto delle temperature elevate all’interno delle abitazioni, attenua i venti, assorbe anidride carbonica e polveri sottili.

Per tutelare il patrimonio arboreo, si è espresso anche il Consiglio di Stato con una sentenza del 27 ottobre 2022, n. 9178 nella quale specifica che i provvedimenti di abbattimento “devono necessariamente fondare su una eccezionale situazione di pericolo, tale da non potere essere fronteggiata, se non con interventi immediati e indilazionabili, non rientranti tra li ordinari mezzi previsti dall’ordinamento giuridico” ponendo, dunque, l’attenzione sui rischi reali di incolumità.

L’indagine visiva, primo passo per la valutazione di stabilità, è esaustiva solo nel caso in cui sia chiaramente evidente la condizione di “assenza di vitalità” o di “evidente instabilità”.

Qualora tali condizioni non vengano rilevate e i presunti decadimenti in atto non siano visivamente osservabili e verificabili, si deve procedere con una verifica suppletiva strumentale. La tempistica e la strumentazione da adottare dipendono dalla metodica di valutazione e dalla classificazione di propensione al cedimento adottata.

In assenza di analisi suppletive strumentali, il giudizio di propensione – pericolo – probabilità di cedimento, deve essere sospeso. A conclusione di tutte le verifiche espletate vie attribuita la classe di propensione al cedimento e vengono indicati i relativi interventi di adeguamenti/mitigazione e la tempistica d’intervento.

Buona norma vuole che venga eseguita una valutazione del rischio connesso alla presenza dell’albero in funzione della vulnerabilità della zona di pertinenza dell’albero.

La buona funzionalità e il corretto uso del patrimonio arboreo richiede il supporto di strumenti specifici, in grado di guidare gli amministratori nelle scelte di pianificazione, programmazione e gestione, ma anche di fornire ai cittadini elementi di conoscenza e di rispetto verso questo importante bene comune”.