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Un passo indietro per i servizi sanitari sul territorio: questa la conclusione maturata oggi pomeriggio al termine di una giornata di confronti tra istituzioni locali e sindacati, da una parte, e il management dell’Asl, dall’altra. Non solo dunque sembra che non saranno recuperati i passi indietro realizzati in questi mesi dal servizio sanitario di emergenza sul territorio, ma addirittura appaiono probabili ancora altri arretramenti nella qualità dei servizi erogati. Almeno questo pensa Emilio Tazza, segretario del sindacato Cimo Fesmed, che giudica negativamente il riassetto del 118 così come appare dalla proposta dell’Asl che è stata illustrata nel pomeriggio ai sindacati. Ormai, sostiene il sindacato, si va verso una ulteriore demedicalizzatine delle ambulanze sul territorio; né appare confortante al sindacato il fatto che l’Asl abbia, per converso, fatto loro sapere che saranno a disposizione del servizio sanitario altre 4 automediche aggiuntive alle 2 già oggi operative.

Quattro automediche in più non significa la stessa cosa rispetto alle ambulanze con il medico a bordo. Tra sindacato e Asl le posizioni appaiono dunque ancora assai distanti circa la decisiva questione della presenza del medico in ambulanza: in sostanza, il sindacato condivide le preoccupazioni più volte espresse dai sindaci e non costituisce un buon segnale il fatto che al termine dell’incontro odierno il Direttore generale dell’Asl Gennaro Volpe ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Per Tazza, invece, 48 medici sono in grado di garantire la copertura di 11 postazioni demedicalizzate “ampiamente sufficienti a gestire a questa situazione“. La posizione del sindacato è chiara e la contrarietà nasce dalla constatazione che se fino ad oggi erano demedicalizzate 4 ambulanze adesso saranno demedicalizzate tutte le ambulanze: “Siamo molto contrari. Il nostro parere è negativo”, ha dichiarato Tazza.

La demedicalizzazione è inaccettabile: un paziente in codice rosso non può essere trasportato in ospedale in assenza del medico a bordo. Dice la Cimo Fesmed: “I primi 6 mesi di questa sperimentazione abbiamo avuto  eventi avversi. C’è stato un allungamento medico sui codici rossi. Ci sarebbe bisogno di tempestività e di agire in maniera veloce. Noi abbiamo registrato un ritardo dei medici”. Bocche cucite dall’Asl e dal suo direttore Gennaro Volpe che ha preferito far conoscere il suo pensiero attraverso una nota stampa dell’azienda.  Ma c’è anche un altro grave problema a rendere scadente la qualità dei servizi sanitari. Il sovraccarico di accessi al Pronto Soccorsi è un’altra pesante criticità da non trascurare: “Gli accessi al Pronto Soccorso e l’aumento dei ricoveri ospedalieri trasportati dal 118  dimostra come siano diminuiti i medici di base sul territorio e la loro funzione di filtro. Il Pronto Soccorso è al collasso“, aggiunge Tazza. Meno pessimista è il sindaco di Castelpagano Bozzuto che questa mattina aveva partecipato alla riunione: “Ci sono criticità per carenza di medici stiamo cercando di riorganizzare il servizio tenendo conto delle risorse”. Il primo cittadino non è comunque apparso soddisfatto dell’esito della giornata di lavoro: “Non lo sono. Ma in merito alle risorse a disposizione non potevamo avere altre garanzie. Le reali e oggettive risorse a disposizione sono quelle Non ci saranno tagli ma una nuova riorganizzazione”.