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Benevento – L’11 settembre 2001 è il giorno in cui tremò l’America.  A 17 anni di distanza da quel terrificante attacco portato alla superpotenza statunitense da una ventina di terroristi kamikaze inviati da Osama Bin Laden, il principe nero del terrore islamista, abbiamo voluto raccontare un’altra ricorrenza: il 75° anniversario delle 63 ondate di bombardamenti aerei degli Alleati angloamericani che, da pochi giorni prima l’8 settembre e fino alla fine di ottobre del 1943, si accanirono contro Benevento causando migliaia di vittime civili, immani distruzioni di abitazioni, fabbriche, insediamenti produttivi e infrastrutture. 

L’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono sono ovviamente fatti completamente diversi dalle incursioni aeree scatenate su Benevento, che faceva parte di un Paese in guerra, ma il dolore, la morte e le distruzioni per la gente inerme ed incolpevole furono le stesse.
Per ricordare quella tristissima pagina di storia beneventana, che valse alla Città, nel 1967,il conferimento della Medaglia d’oro al Valor Civile da parte del Presidente della repubblica Giuseppe Saragat, abbiamo chiesto un commento a Michele Benvenuto, geologo, docente, animatore dell’Archeoclub locale, che ha ideato e per ben 7 anni promosso una rievocazione di quei fatti di guerra del 1943 con la manifestazione “Deleta Beneventum“, realizzata coinvolgendo Istituzioni locali, Forze Armate, Organi dello Stato, Croce Rossa, Associazioni di volontariato e la stessa Chiesa.
 
Benvenuto ha voluto ricordare le sofferenze patite dalla Città e la fuga degli abitanti sin dalle prime ore successive al bombardamento della Stazione ferroviaria da cui molti non poterono scappare rimanendo vittime delle incursioni peraltro poco contrastate dalle batterie anti-aeree. La Città fu rasa al suolo praticamente senza che in qualche modo potesse essere impedita la sua distruzione.
 
Il centro storico non esisteva più dopo quelle incursioni: la gente si riversò verso l’altra sponda del fiume Sabato nell’area del Rione Libertà. “Ma Benevento, pur ferita, volle risorgere” –  ci ha detto Benvenuto: “il simbolo di una ricostruzione faticosa, lunga ed ancora non completata può essere ricercata nel Campanile del Duomo che fu letteralmente sventrato dalle bombe: sulla facciata del Campanile sono ben evidenti i segni delle ferite che furono inferte dai bombardamenti”.
 
Benvenuto ha rievocato gli episodi di fratellanza ed altruismo di quei giorni terribili ed ha infine annunciato che per la fine del corrente mese di settembre rivivrà in una forma nuova ed importante la manifestazione “Deleta Beneventum”. Ricostruzione scenica, fotografica anche documentaria della tragedia.
 
Benvenuto ha ricordato: “Cominciarono a bombardare e distrussero il centro storico di Benevento. Il loro obiettivo era il Ponte del Calore, bombardarono tutto, anche il Rione Triggio e il rione Fragola. Provocarono uno sconquasso per la nostra città.”   Sentimenti molto vicini allo sgomento ha ricordato Benvenuto. Poi ha ricordato gli oltre 2000 morti nel Sannio: “Quello più grave accadde all’Ospedale San Diodato in via Ennio Goduti. Noi abbiamo lavorato affinchè fosse intitolata una strada per le tante vittime civili”.  
 
Ma Benvenuto ha voluto ricordare la forza di un popolo che seppe reagire all’immane difficoltà: “Si sono rimboccati le maniche. La città fu completamente ricostruita, i residenti del centro storico si trasferirono al rione Libertà, era una zona d’elite a quell’epoca. Al centro storico non c’era più nulla. Fu colpito anche il bellissimo ponte Calore che oggi è solo uno scolo fognario. Mi meraviglio come hanno potuto immaginarci anche un boulevad, è inconcepibile”.