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L’ufficio stampa dell’Ordine degli Architetti di Benevento informa che si terrà nel borgo antico di Gallipoli dal 20 al 24 novembre un workshop di giovani studenti, di architetti per apportare un contributo alla rigenerazione e fruizione del centro storico della città, insieme agli artigiani che, nel tempo, hanno eseguito lavori di bottega vere opere di ingegno, e che hanno avuto l’occasione, anche più volte, con la loro manualità di contribuire ai particolari costruttivi e costitutivi del sito e rinnovare l’ambiente urbano.

Fortemente voluta, promossa e sostenuta da Caroli Hotels e dall’architetto sannita Vincenzo Vallone, l’idea è quella di un workshop che vedrà anche la partecipazione dell’Ordine degli Architetti di Benevento con un suo referente il Vice Presidente Marinella Parente ed otto giovani colleghi selezionati con una “manifestazione di interesse” dal Presidente Saverio Parrella e dal Consiglio. Laboratorio di teste e cuori, di idee e simboli della memoria collettiva, tra sopralluoghi, schizzi, proposte in digitale e documenti vari; con la sensibilità del professionista-architetto unita alla esperienza o sperimentazione di nuovi materiali dell’artigiano, in questo antico santuario, patrimonio salentino, con interventi di natura edilizia nel rispetto della spiritualità vissuta dagli uomini, soprattutto pescatori, nel tempo.

Al termine dell’esperienza, che si intende ripetere negli anni, anche al fine di valutare gli effettivi passi compiuti nella direzione del recupero della preziosa realtà cittadina, la documentazione elaborata, in supporti multimediali, cartacei e 3D, sarà consegnata agli Enti istituzionali durante una tavola rotonda. I partecipanti vengono lasciati liberi di esplorare e sperimentare, e infine di rapportare lo spazio con l’ambiente urbano e di proporre le opportunità più qualificanti nell’interesse del bene pubblico. I siti individuati del borgo antico gallipolino sono stati, e ancora sono, i luoghi socializzanti, non solo della preghiera ma anche spazio sosta dei racconti dell’animo umano. Bisogna far risplendere una nuova luce anzi antica, forse differente, certamente più coinvolgente ed emozionante.