- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Con la sfida con l’Avellino, il Benevento ha chiuso il capitolo derby, almeno per quanto riguarda il girone di andata. I giallorossi hanno affrontato tutte le sei compagini campane che li accompagnano in questa nuova avventura in serie C. Il bilancio non è certamente positivo per la formazione di Matteo Andreoletti, capace di raccogliere appena cinque dei diciotto punti messi in palio.
Un solo successo, quello ottenuto col Sorrento, due pareggi, contro Casertana e Giugliano, e tre sconfitte, all’esordio contro la Turris e le due consecutive contro Juve Stabia e Avellino. Non basta la tesi del fattore ambientale per giustificare i passi falsi, anche se Marotta e compagni sono usciti a mani vuote da Torre del Greco e Castellammare di Stabia e con un solo punto da Caserta. L’unico successo esterno è arrivato a Potenza, sede prescelta per la sfida contro il Sorrento.
Non è andata meglio al “Ciro Vigorito“, dove la Strega ha rischiato di lasciarci le penne contro il Giugliano, raggiunta solo a tre minuti dalla fine dalla formazione di Bertotto ma al termine di una gara vissuta spesso in apnea. Di male in peggio con l’Avellino, in grado di espugnare lo stadio sannita, dove il Benevento non perdeva dallo scorso 10 aprile, ovvero dal colpo esterno della Spal che sancì la fine dell’interregno di Roberto Stellone.
Un ko immeritato, è vero, ma ancora una volta i giallorossi hanno denotato un handicap in termini di personalità. Si sono salvati in pochi nel derby con i lupi, nonostante le migliori occasioni create e il rammarico di non aver conquistato almeno un punto. E’ mancata, però, la scintilla, quella invocata da Emanuele Terranova nel post partita. La voglia di non arrendersi all’inevitabile, di provare a sovvertire il risultato negativo.
Nella ripresa, tolti tre minuti di fuoco a cavallo del 70′, il Benevento non ha costruito più nulla, creando una palla gol solo nell’ultimo minuto di recupero, quando il pallonetto di Marotta è stato salvato sulla linea da Cionek.
La tanto invocata scossa a livello caratteriale non c’è stata ed è sembrato di rivedere, con le dovute proporzioni, i fantasmi della passata stagione. Hanno tradito ancora un volta i “leader“, gli uomini di maggiore esperienza e personalità, proprio come era successo in altre occasioni. I punti lasciati per strada nei derby rappresentano solo il chiaro segnale di una squadra che ha una lacuna caratteriale da colmare.