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Benevento – Due gol, sei punti. Da ieri sera Samuel Armenteros, dati alla mano, è il giocatore giallorosso più fruttuoso di questo inizio di stagione. Le due marcature ‘sporche’ con Cosenza e Perugia gli valgono un titolo virtuale che farà certamente piacere a Inzaghi, in attesa di un Coda ancora in fase di rodaggio. 

Anche ieri lo svedese, rischiando per la verità parecchio di fallire la facile occasione, ha timbrato il cartellino sotto la Sud per poi abbandonare il campo nella ripresa dopo l’ingenua espulsione di Tello. A quel punto la gara è cambiata, i giallorossi hanno dovuto accettare il sacrificio di abbassarsi e di concedere il palleggio agli umbri, che hanno chiuso la seconda frazione con il 76% di possesso palla (sterile) e soli due tiri in porta.

Converrebbe quasi fermarsi qui, perché il resto lo hanno detto i calciatori intervenuti nel post-gara. Solidità difensiva, applicazione, impegno, compattezza. Concetti che esaltano il grande inizio di campionato del Benevento sul piano difensivo, ma che non rendono giustizia a una prima frazione in cui i giallorossi hanno rischiato seriamente di dilagare, fallendo almeno tre occasioni per chiudere la partita (fra conclusioni a rete e attacchi potenzialmente pericolosi). 

Sulla corsia sinistra Letizia e Tello hanno fatto ciò che volevano, alternandosi nella spinta e dialogando con frequenza; sul lato opposto un Antei perfetto nel posizionamento e nel tempismo ha consentito a Insigne di godere di libertà maggiore per attaccare Di Chiara nell’uno contro uno e proporsi in contropiede. Tutto perfetto, eccezion fatta per qualche scelta delle punte nella conduzione delle ripartenze, ma anche tutto messo a repentaglio dal rosso comminato a Tello per somma di ammonizioni. 

Il Benevento ha giocato 32 minuti in inferiorità numerica, periodo non sfruttato a dovere dal Perugia che si è limitato a traversoni dalla facile lettura e ad un gioco prevedibile negli ultimi venti metri, complice la già citata applicazione dei centrali padroni di casa (e del gioco). E’ stato comunque solo da lì, dal minuto 51, che è iniziata un’altra partita, quella del sacrificio, dell’astuzia e della sofferenza. E’ giusto rimarcarlo per non tralasciare un primo tempo in cui la Strega si è impadronita del campo, ha dato ampiezza alla sua idea di calcio e ha dimostrato che il due a zero le sarebbe stato addirittura stretto. 

Un appunto, l’ultimo, sull’arbitro Livio Marinelli, che se non altro è riuscito a firmare la grande impresa di dirottare verso sé gran parte dei fischi diretti all’indirizzo di Pietro Iemmello. Una gestione dei cartellini opinabile, un metro di giudizio fin troppo variabile e una fiscalità eccessiva nel conteggiare l’infinito recupero: tre minuti nel primo tempo, otto nel secondo, numeri da “Var”, che valgono quasi l’equivalente di un tempo supplementare. Ma per battere il Benevento ieri non sarebbe bastato neanche quello.