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Benevento – Il giro del mondo in 80 giorni, ma stavolta Jules Verne c’entra ben poco. Il Benevento dal suo debutto ha percorso latitudini, rotte aeree, binari ferroviari. Il suo nome è arrivato ovunque grazie alla prima, storica partecipazione al campionato di serie A. Ma finora la squadra giallorossa è stata una semplice comparsa nel paradiso del calcio italiano. Pochi gol segnati, nessun punto, tanti dolori e un record negativo che sta facendo parlare tutti, anche i tedeschi di SportBild che hanno dedicato un reportage al club sannita dopo la tredicesima sconfitta di fila.

Un ko che di fatto segna il record negativo nei massimi campionati dal 1930 in avanti. Quel Manchester United, raggiunto in occasione della sconfitta dell’Allianz Stadium contro la Juventus, è stato difatti superato a causa dello sciagurato finale contro il Sassuolo, ennesimo colpo all’animo fragile dei calciatori di Roberto De Zerbi. Ma se vogliamo il punto è ora proprio questo, irrobustire in qualche modo la tenuta mentale di un organico che da inizio stagione non ha fatto altro che subire contraccolpi psicologici. Ammucchiare le pagine patinate e appenderle alle mura dello spogliatoio potrebbe essere la soluzione, nonostante alcune di esse siano appunto scritte in lingua straniera. Tradurre quella della Bild, dopotutto, non è poi così difficile: “Il peggior club d’Europa”, sostiene il settimanale tedesco. Una frase che da sola dovrebbe bastare a risvegliare l’animo dei combattenti indipendentemente dall’avversario, che esso si chiami Atalanta, Milan o Spal.

Da qui a alla fine dell’anno solare l’obiettivo sarà quello di far sparire l’infausta etichetta accanto al nome del club giallorosso. Prendendo magari spunto da uno dei guru della panchina, Antonio Conte, che nella sua epopea alla Juventus (e non solo in quella) usava attaccare interviste e giudizi negativi alle pareti per motivare i suoi giocatori a smentirli. Perché se è vero che tante squadre sono superiori tecnicamente a questo Benevento, lo è altrettanto che contro il Sassuolo a venire meno sia stato proprio l’aspetto mentale. Questione di dettagli, magari di fogli e carta straccia, ma l’orgoglio è una cosa seria. Stimolarlo potrebbe essere l’arma in più, la luce guida per uscire da un tunnel all’apparenza infinito.