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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del partito animalista sezione di Benevento a firma del referente Vincenzo Signoriello. 

Si dice che la migliore delle insegnanti sia l’esperienza e che questa maturi da errori commessi in passato, probabilmente questa “prof” non ha mai insegnato nella Provincia di Benevento o avuto politici “indigeni” come allievi. Sono trascorsi 7 anni da quel 10/10/2015 ma chi di dovere non ha imparato la lezione ed anzi tende a perseverare nel compiere lo stesso sbaglio e mi riferisco alle dichiarazioni di alcuni politici in merito agli eventi meteo eccezionali di questi giorni, in particolar modo alle abbondanti e violente piogge che hanno interessato il nostro Territorio. I detti eventi, sempre più frequenti e con cui toccherà fare i conti nel futuro prossimo venturo sono dovuti ai cambiamenti climatici, conseguenze attuale di decenni di disattenzione verso Madre Natura e che si vuole affrontare con vecchie soluzioni: si propone l’istituto della compensazione  e cioè in cambio della pulizia delle sponde dei fiumi il privato può prelevare gli inerti fluviali, costo zero e praticità, bello vero?

No! Forse molti altri avranno memoria corta ma di certo non tutti: ogni qualvolta che in Italia ci si affida ai privati, soprattutto in fase di “emergenza” non finisce mai bene e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti di tale connubio che se anche dovesse cominciare con le migliori  intenzioni, non termina mai come dovrebbe. Qualcuno fa  notare che l’operazione avrebbe un controllo da parte dell’ente pubblico ma anche qui e sempre perché siamo in Italia, se tale dispositivo non funzionasse in modo ottimale, chi  pagherebbe il conto aumentato delle ulteriori spese? Risposta scontata: come sempre. si presenta il conto al cittadino sotto forma di tassa. Altro dettaglio: la provincia come ha intenzione di quantificare il rapporto prelievo/pulizia? Saranno controllati gli inerti pezzo per pezzo, pesati separatamente e valutati? Non credo sia possibile una cosa del genere per cui… Questo è la parte economica (riassunta all’estremo)  invece quale sarebbe l’impatto che potrebbe avere un’operazione non eseguita a regola d’arte, rimuovendo gli inerti e ripulendo (cosa peraltro già accaduta) i fiumi dal verde? Potrebbe peggiorare la situazione rendendo ancora già disastrosa anche la minima precipitazione?

In brevissimo: la vegetazione che cresce sulle sponde dei fiumi oltre ad ospitare la fauna (nella provincia di Benevento abbiamo molte specie, soprattutto volatili, anche a rischio estinzione, una volta migratorie ma che nel tempo hanno deciso di stanziare per le condizioni favorevoli) ha anche il compito di trattenere e consolidare la sponda evitando pericolosi trascinamenti di materiali quali sabbia, ghiaia ed altro che potrebbero creare restringimenti allo scorrere del fiume, depurare e rallentare la velocità dell’acqua e regimentare, naturalmente, la piena; ad esempio nei Paesi a rischio tsunami si studiano foreste per contrastare la potenza dell’onda anomala proteggendo così le coste. Per quel che riguarda invece il letto del corso d’acqua ed il suo materiale come ciottoli, pietre, etc, queste sono validi strumenti che la Natura utilizza come freno allo scorrere della corrente formando un percorso fatto di ostacoli naturali in modo da rendere il tutto più lento e quieto; rimuoverle provoca una erosione continua del letto del fiume con conseguenze immaginabili anche dai meno svegli…

E quindi la soluzione che si propone quale sarebbe? Semplice ed è utilizzata da tempo in Italia ed all’estero: serbatoi di laminazione e casse di espansione, idea di progetto peraltro già proposta dal sottoscritto negli ultimi 7 anni a più soggetti politici locali ma senza mai aver avuto una risposta concreta se non le classiche e sterili frasi di rito; se solo avessero agito, oggi non avremmo avuto  i danni delle piogge degli ultimi giorni, con  il rischio concreto di rivivere il bis del 15/10/15. Tornando la punto focale della questione, questi sistemi potrebbero essere l’unica forma di salvezza per la città di Benevento che è percorsa da due fiumi principali più altri affluenti come i tanti piccoli corsi d’acqua che scorrono su tutto il Territorio provinciale; non solo prevenzione delle piene ma altro utile scopo di questi specchi d’acqua artificiali è che potrebbero essere usati, una volta recuperata l’acqua in eccesso, come riserva per irrigare i campi, pozze per il prelievo da parte degli elicotteri adibiti alla lotta agli incendi boschivi, insomma avrebbero svariati compiti in molteplici campi… Ci tengo a precisare inoltre che ho indicato la città ma nella realtà delle cose, i sistemi usati per contenere le piene sarebbero utili per tutta la provincia ed i territori in cui scorrono i fiumi, garantendo quella sicurezza necessaria e DOVUTA ai relativi residenti che, a cadenza regolare, pagano una somma spropositata di tasse e che vorrebbero avere finalmente un responso concreto al fiume di denaro che periodicamente versano allo Stato. E se qualcuno vi dovesse mai dire che mancano i fondi questi sarebbe di certo un bugiardo perché in passato come ora, ci sono capitolati che vari ministeri mettono a disposizione; certo, toccherebbe agli enti preposti mediante i professionisti e tecnici assunti e retribuiti, ideare e presentare progetti validi per ricevere il denaro necessario ma anche questa, è un’altra storia…

Concludo dicendo che come sempre ed anche ora che il presidente della Provincia è cambiato, la sgarbatezza istituzionale dell’ente non svanisce: se nel passato l’ex Di Maria ad ogni tavolo che riguardava l’ambiente (es, sito compostaggio Sassinoro) non aveva accortezza di invitare il Movimento che si batte ostinatamente contro quel determinato impianto, con il nuovo non è che la cosa sia cambiata perché quando si tratta un argomento delicato come la tutela di Fauna e Flora, sarebbe cosa educata invitare ai relativi tavoli, anche chi difende animali ed ambiente. Infine, per chi vuole approfondire, allego alcuni link per avere un quadro generale di ciò che è stato scritto e che, come sempre, ha solida fondamenta e non di certo come abitudine di qualcuno dare numeri a caso (tipo cinghiali, lupi, etc) per creare “situazioni di emergenza”.