- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Ieri si è posto fine a quella che non è affatto stata una ‘telenovela’. Il ‘Vigorito resta, Vigorito va via’ è durato lo spazio di 72 ore. L’arrivo del nuovo Direttore Tecnico giallorosso Marcello Carli ha sgombrato il campo dagli equivoci: Vigorito riparte, anzi è già ripartito per il futuro, progettandolo.

Quello che ad oggi non si sa ed è normale che non si sappia è la consistenza del progetto. Perché non basta l’arrivo del nuovo dirigente a spiegare se, quel che verrà, sarà un Benevento costruito per vincere subito in serie C o nei tre anni di contratto stipulati da Carli che equivalgono al più classico dei ‘progetti triennali’ del calcio, ma anche di Vigorito. Il rapporto triennale con Carli indica da un lato una ‘debolezza’ contrattuale del Benevento in serie C  che ha dovuto garantire al D.T. un ‘progetto’ di lunga durata per assicurargli che non sarà rimosso con facilità al ‘primo fosso’. Ma il ‘triennio’ può indicare anche che Carli avrà a sua disposizione tre anni di tempo per costruire e possibilmente vincere, perché “Vigorito non si iscrive ai campionati solo per partecipare”. Sempre al netto del fatto che in serie C, ancor più che in altri campionati, progettare un successo non è così semplice e questo lo sanno sin troppo bene sia Vigorito che l’ambiente sannita.

Intanto il profilo di Carli parla per lui prima che si presenti all’ambiente, sempre se ci sarà una presentazione nella quale ascoltarlo, ma anche porgere domande, cosa che a Benevento non è mai scontata. Il curriculum di Carli dice che con 59 primavere, giovane non è, ha già tanta esperienza di calcio, ma geograficamente molto molto circoscritta. Questo è bene chiarirlo.

La sua carriera è ampiamente racchiusa nella lunga militanza nell’Empoli dove, dopo il passaggio da calciatore con più di 100 presenze in azzurro in serie C, nella ‘seconda vita professionale’ è entrato come allenatore dei ‘Giovanisismi’ ed è uscito dopo un ventennio da Direttore Generale. Carli ha fatto bene a Empoli, senza ombra di dubbio e non gli possono essere tolti i meriti di intuizioni e scelte fatte. Ma va detto che da toscano ha vissuto vent’anni da professionista in Toscana. Ha ‘giocato comodamente’ in casa nelle più placida delle società e degli ambienti, ma anche tra i più organizzati club d’Italia con una strutturazione da fare invidia a sodalizi calcistici più blasonati e ricchi. Tant’è che il ‘fenomeno Empoli’ esisteva già prima della ‘direzione Carli’ e continua a vivere anche dopo l’addio del dirigente.  Il vero ‘fenomeno’ in casa Empoli è stato, è e sarà sempre il patron Corsi. Un dirigente, il presidentissimo dell’Empoli che sa di calcio come pochi in Italia e forse in Europa, ma soprattutto che ha dimostrato di avere la stoffa nel saper scegliere le persone giuste al momento giusto.

Dopo Empoli, Carli è andato dapprima a Cagliari (un biennio vissuto con il patron sardo Giulini è più di una medaglia) e poi a Parma (annata fugace e forse disastrosa) e non è che abbia lasciato chissà quali tracce dietro di sé. Capita, non è uno scandalo e non vuole essere certamente un giudizio su di lui.

Resta il dato che Marcello Carli non ha girato l’Italia in lungo e in largo facendo esperienze in varie tappe e zone di calcio. Non è mai transitato in una calda piazza del Sud. Qualcuno in casa sannita ebbe a dire che “Cagliari in A è una piazza del nord” e non disse affatto male in quel frangente. E’ vero che Carli è sempre stato attento alla ‘linea giovane’ ma quello è da sempre il DNA dell’Empoli, ancor più e ancor prima del ‘pensiero di Carli’. Ma il Benevento vorrà davvero seguire il ‘modello Empoli’?

Infine ma non da ultimo, a Carli manca del tutto (o quanto meno negli ultimi suoi 25 anni di vita) la conoscenza del calcio organizzato, gestito e giocato nell’Italia meridionale e nel girone C della serie C. Questa è forse la pecca più grande che si può attribuire a questa scelta nel pieno stile Vigorito. Il patron giallorosso, purtroppo, per questo ‘maledetto’ ma fondamentale ruolo societario del ‘diesse’ (o D.T. che dir si voglia) in 17 anni non ha mai voluto seguire la strada della semplicità, linearità, diciamo anche dell’ovvietà. Ha sempre voluto percorrere strade impervie, piene di insidie e possibili trabocchetti. I nomi dei dirigenti passati e del presente sono tutti lì a testimoniarlo. 

Benevento calcio: e’ Marcello Carli il nuovo direttore tecnico dei giallorossi per la serie C