- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Bologna – Una storia destinata a far discutere. Quella di Luca Nisco, trentenne di Pietrelcina, che lavora a Bologna come rider.

Luca operava per conto di Winelivery, la piattaforma che permette di recapitare a destinazione delle bottiglie di vino in pochi minuti. Qualche giorno fa la consegna che, molto probabilmente, è destinata a generare un vero e proprio caso giudiziario. Ma cosa è accaduto precisamente?

Domenica Luca doveva recapitare due bottiglie di vino in un’abitazione bolognese via San Mamolo. Del vino con allegato un biglietto scritto dal cliente. “Il quale – ha spiegato Luca intervistato dal Resto del Carlino –, al momento dell’ordine può decidere la frase che digiterà e verrà poi trascritta da noi”.

Quel testo però, come riporta il quotidiano bolognese, è molto diverso dagli altri: “In questo giorno di lutto – si legge – che il nostro Duce possa guidare da lassù la rinascita”. Punto. “Ci siamo guardati tutti in faccia imbarazzati – riprende Luca –, qualcuno ha commentato. Poi la consegna mi è stata affidata. Ho provato indignazione per quel messaggio, stupore che ancora oggi siano scritte certe cose”.

“Parole oscene”, racconta ancora il giovane rider sannita. “Appena arrivato al domicilio, davanti alla signora che doveva ricevere l’ordine, ho preso il biglietto e l’ho strappato”. Ma che c’era scritto?, chiederà lei. Risposta: “Oscenità”. Ecco le bottiglie e buona giornata”.

Da lì i guai con l’azienda: “Buongiorno Luca, – questa la mail recapitatagli dalla sua ormai ex azienda – la presente per informarti che l’offerente Winelivery ha annullato tutti i turni a te assegnati, segnalando un comportamento scorretto tenuto durante lo svolgimento di un job. Ti chiediamo – il congedo della mail – di considerare nulle le lettere d’incarico ricevute per i job con Winelivery”.

L’azienda, sempre al Resto del Carlino, spiega i motivi della decisione: “Alla voce ’termini e condizioni’ ci riserviamo il diritto di non consegnare un biglietto in caso in cui sia contrario al decoro, all’ordine pubblico, offensivo”. Dunque, “il primo problema” sta alla base: l’operatore che ha trascritto il messaggio “non ha seguito l’indicazione aziendale” mettendo nero su bianco “un bigliettino contrario alla legge. Parliamo di apologia di fascismo”. Operatore che è stato prontamente redarguito dai superiori.

Insomma una storia destinata a far discutere. Accaduto, per uno strano scherzo del destino, proprio il 25 aprile. Giorno nel quale si festeggia la Liberazione dal nazi-fascismo.