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Benevento – Non ci sarà spazio per i sentimentalismi. Almeno non ci sarà durante i novanta minuti. Lo stop contro il Foggia impone al Benevento di ripartire immediatamente e per farlo i giallorossi dovranno chiedere spazio al Pescara, piazza e squadra che Cristian Bucchi conosce bene. In Abruzzo il tecnico romano ha chiuso un importante capitolo della sua vita calcistica e ne ha aperto un altro che lo ha portato, cinque anni dopo, a sedere sulla panchina del Benevento.

Per la prima volta, dalla stagione 2012/13, Cristian Bucchi si ritroverà a sfidare il suo passato. A Pescara arriva da calciatore nel gennaio 2011 in prestito dal Napoli e quando fa ritorno alla società partenopea decide di appendere le scarpette al chiodo. Dove finisce l’esperienza da calciatore, incomincia però quella da allenatore. Nell’annata 2012/13, alla guida della formazione Primavera dello stesso Pescara c’è il 35enne Bucchi, alla sua prima esperienza in panchina.

Dalle giovanili alla prima squadra in pochi mesi, perché il romano si ritrova catapultato alla guida di un club di serie A in un batter d’occhio. Il Pescara decide di esonerare Bergodi il 5 marzo 2013 sostituendolo con Bucchi, il quale non riesce tuttavia a evitare il ritorno tra i cadetti del “Delfino” e l’ultimo posto in classifica. Al suo fianco, proprio come succederà sabato all’Adriatico, Mirko Savini, attuale allenatore in seconda del Benevento. L’anno successivo entrambi risolvono il contratto con il club del presidente Sebastiani e approdano al Gubbio, nell’allora Lega Pro.

Da quel giorno il Pescara e Cristian Bucchi non si sono più incontrati. Mentre gli abruzzesi facevano sali e scendi tra A e B, l’allenatore maturava esperienza in Serie C, approdando tra i cadetti alla guida del Perugia nella stagione 2016/17. Il Pescara era in A quell’anno, conclusosi poi con un’altra retrocessione mentre Bucchi approdava nel massimo campionato firmando con il Sassuolo. Il destino, insomma, ha giocato la sua parte ma questa volta dovrà arrendersi, mettendo per la prima volta faccia a faccia società e allenatore a distanza di cinque anni. Sarà come immergersi nel passato, senza perdere di vista un futuro a tinte giallorosse il cui destino si giocherà in riva all’Adriatico.