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Ancora nessun addetto ai lavori, nessun mezzo meccanico si è visto in questi giorni al Lungosabato Matarazzo. Trascorse due settimane dal sopralluogo della Polizia Municipale, dalla ammissione dello stesso sindaco Clemente Mastella che aveva definito “inaccettabile” lo stato delle cose, e dall’Ordinanza del 3 maggio indirizzata alla ditta esecutrice dei lavori affinché fosse messo in sicurezza e ridata dignità all’area del cantiere sul Lungo Sabato Matarazzo da circa dieci anni interessato da lavori di ricostruzione dell’argine mai completati, ebbene nulla è stato fatto.

I cittadini residenti nei palazzi prospicienti l’opera incompiuta ne sono sicuri e rinnovano le segnalazioni e la denuncia: e, a quanto pare, non sembra sia possibile dare loro torto. Come si ricorderà, il 2 maggio scorso, con un nostro articolo avevamo sollevato la questione e raccolto la protesta di quanti abitano e lavorano nella zona che lamentavano il completo abbandono del cantiere dei lavori per il rifacimento dei parapetti.

Una situazione che dura da troppo tempo: a nulla, evidentemente, erano servite le conclusioni di un sopralluogo condotto da parte della Commissione Lavori Pubblici del Comune oltre un anno prima, il 2 febbraio 2023, di cui pure avevamo scritto: in quella occasione era stato stabilito un cronoprogramma per la ripresa da parte del Provvediotorato alle Opere pubbliche della ricostruzione del parapetto e del muraglione della lunghezza complessiva di circa 30 metri.

Ma dopo 15 mesi nulla è stato fatto. Così come non è stata data esecuzione all’ultima Ordinanza comunale, datata, come detto, 3 maggio scorso. I cittadini e quanti lavorano nella zona continuano ad affrontare i problemi di sempre: impossibile circolare sul marciapiede ed obbligatorio per normodotati o disabili riversarsi per strada sfidando il traffico veicolare.

Eppure, com’è noto, nella zona, insistono importanti uffici pubblici, istituti scolastici, impianti sportivi (il Vigorito, il PalaTedeschi, il Meomartini) e quant’altro. “Dopo due settimane”, ci dicono i cittadini, “nessuno ci ha liberati da quelle transenne che stanno lì da un decennio, l’argine è ancora incompleto”. Per di più si è nuovamente formato un immenso bosco di vegetazione spontanea che sorge accanto al fiume e che desta più di una preoccupazione soprattutto in caso di piena non certo da escludere in caso di improvvise piogge torrenziali in stile ottobre 2015 o Emilia Romagna. “Vogliamo vedere altre tragedie?”: questo ci hanno chiesto un pò tutti e noi per la verità non abbiamo saputo dare alcuna risposta.

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