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Benevento – Una chiacchierata col direttore artistico di Benevento Città Spettacolo, Renato Giordano. Tempo di bilanci alla chiusura del festival, ma un bilancio più intimo e confidenziale, anche provocatorio, rispetto a quello pubblico e ufficiale che è stato fatto qualche giorno fa.

Scelto il salone di Palazzo di Città per questo colloquio. Un quarto d’ora nel quale è stata tirata una linea che ha toccato diversi aspetti, diversi punti, da quelli vincenti a quelli critici. E’ indubbio che ci sia stato un incremento nel numero di persone che hanno assistito agli spettacoli, i concerti su tutti gli altri, e questo è il segno evidente che ogni manifestazione segue il corso del tempo.

Tutti i festival cambiano, nessuno resta legato alle sue origini. E’ una questione dei tempi che variano le offerte da proporre. Ed è anche una questione di gusti personali. Piazze piene, soddisfazione grande e, perchè no, anche un indotto economico per i locali in prossimità dei palchi”.

Non ha decollato il teatro, la serata con lo spettacolo della Buonaiuto ha fatto registrare solo 82 tagliandi staccati ma non è un dramma per Renato Giordano.

Era il pubblico che ci aspettavamo e va bene così. Ho sbagliato la location, il teatro Romano era troppo per quel tipo di spettacolo, non lo avremmo mai riempito. Ma, d’altro canto, stiamo lavorando per abbellire la città e consegnare altri palcoscenici (Hortus Conclusus e Teatro De Simone, ndr). Non c’era altro posto dove poter ospitare questo spettacolo”.

Teatro significa anche ridare alla città di Benevento il Vittorio Emmanuele. Venerdì la nuova inaugurazione. Un luogo abitabile, come lo vorrebbe il direttore artistico, un posto nel quale tutti possono ritrovarsi ad ammirare spettacoli nel corso dell’anno.

Città Spettacolo è un festival divisivo, ma è anche normale che sia così. Attrae consensi e anche critiche. C’è a chi piace e chi lo critica ferocemente richiamando vecchie edizioni e vecchi condottieri.

Il vecchio Città Spettacolo non esiste più, lo dice la parola: vecchio. Le critiche e i detrattori? Ben vengano. C’erano prima e ci sono adesso sotto la mia direzione. La cosa importante, però, è che il festival resta un fatto istituzione. A tutti, anche ai detrattori, dico: difendetelo sempre perchè il direttore artistico passa, oggi si critica me, domani chi ci sarà dopo di me. Quello che resta è Benevento Città Spettacolo”.