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Benevento – Sit in di protesta questa mattina dinanzi al tribunale di Benevento da parte dei lavoratori del Centro Medico Erre di Sant’Agata de’ Goti. Sotto accusa l’azienda Neuromed e i ritardi nella risoluzione del concordato volta alla definizione di un Piano Industriale che dovrebbe  portare al salvataggio del Centro e che invece rischia di l produrre un effetto boomerang. A pagare le indecisioni e le attese, 40 dipendenti del Centro che rischiano il licenziamento. A nulla sono valse le riunioni svolte mesi fa in Prefettura e le proteste dei sindacati e allora i lavoratori hanno deciso di mostrare la loro rabbia davanti ai cancelli del Tribunale beneventano.

Mario Tirino, dipendente dal centro accusa la Neuromed di operare una vera e propria violenza nei confronti dei lavoratori del comparto: “Sono in atto dei licenziamenti disciplinari che nulla hanno a che vedere con il Piano Industriale che tra l’altro è fermo al tribunale fallimentare da due anni e mezzo. La prossima settimana c’è la terza adunanza dei creditori in una situazione che non ha nulla di normale. Si va avanti a colpi di rinvii perché al momento non ci sono i voti dei creditori per approvare il piano che verrebbe bocciato portando al fallimento dell’azienda”.

Una situazione che per i lavoratori non è più sostenibile: “La Neuromed in questa situazione interlocutoria sta attuando una vera e propria violenza nei confronti dei lavoratori con 14 licenziamenti e 40 contestazioni disciplinari. Licenziamenti – insiste Tirino basati su incongruenze ed errori materiali di tre anni fa su cui vige il principio di immediatazza e dunque non possono essere contestati oggi come sancito dal nostro contratto. Stanno sfruttando questi errori contro di noi che siamo creditori privilegiati. Avanziamo 15 mensilità di arretrati mentre loro sono degli indebitati quasi falliti. Allora – conclude Tirino siamo qui per ricordare alla sezione fallimentare di Benevento di non lavarsi le mani e tergiversare. Vogliamo chiarezza, se la Neuromed è in grado di risolvere la situazione bene, altrimenti si proceda con il fallimento e ognuno si prenda le proprie le responsabilità”.