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Se sarà il primo passo verso una vera riforma o una delle tante ipotesi senza prosieguo, lo sapremo soltanto nei prossimi mesi. Intanto la “Commissione Figc di studio sui profili di rischio nel calcio“, fortemente voluta da Tavecchio, è all’opera per trovare la soluzione migliore per il futuro dello sport più praticato in Italia. Dalla riunione di ieri è emersa una proposta interessante ma che nel concreto sarà molto difficile da attuare. In sintesi, l’idea individuata dalla Commissione per evitare problematiche relative ai fallimenti societari – alle quali è soggetta principalmente la terza serie  – è quella di creare un campionato cuscinetto al di sotto della serie C, oltre che di portare A e B a 18 squadre. 

Secondo la commissione Figc l’ideale sarebbe avere 18 squadre in A, 18 in B e 36 in C suddivise in due gironi da 18. Più sotto, tra la C e i Dilettanti (con 162 squadre e9 gironi da 18 club ciascuno), troverebbe spazio il cosiddetto campionato d’Elite (2 o 3 gironi: quindi 36 o 54 società), da cui poi emergerebbe chi ha i meriti sul campo, a patto che offra garanzie economiche in prospettiva. Solo a quella condizione i vincitori salirebbero nell’attuale mondo professionistico. Detta e vista così, considerate le acque agitate in seno alle varie leghe, sembra più un’utopia. Ma la speranza di Tavecchio è che una volta sistemati i quadri dirigenziali in A e B, si possa aprire un tavolo di trattativa e vagliare proprio la proposta della “sua” commissione.