- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – La buonafede nel calcio è andata a farsi benedire ormai da parecchio tempo. La riprova si è avuta ieri sera in occasione del derby dell’Arechi tra Salernitana e Benevento. Hanno vinto meritatamente i giallorossi, capitalizzando un “regalo” di Micai e portando a casa l’intera posta in palio. E’ stato forse questo l’unico vero torto della formazione di Cristian Bucchi, vincere grazie a un colossale e macroscopico errore del portiere granata. Avessero segnato Improta, Buonaiuto o Coda forse non si sarebbe sollevato un polverone. Alla fine dei conti, però, come sia arrivato il successo della Strega risulta di poco… conto. Se c’era una squadra che doveva vincere, era senza dubbio quella sannita. A memoria non si ricorda infatti una parata effettuata da Montipò nell’arco di tutti i novanta minuti, con l’unico pericolo verso i pali giallorossi portato da un colpo di testa alto di poco di Casasola. La formazione di Gregucci non ha mai concluso nello specchio della porta e questo la dice lunga sull’andamento del derby.

Ci sono, però, gli episodi. Quelli classici, quelli a cui bisogna appigliarsi per cercare di rendere meno amaro il boccone. Succede in serie A, dove neanche il Var ha spento le polemiche. “La Juventus vince perché aiutata“, è una delle frasi più ricorrenti e gettonate tra i tifosi avversari. Premesso di non essere un “bianconero“, la verità è che la Vecchia Signora vince perché in Italia non ha rivali, perché in questo momento ha possibilità di investimento che le altre si sognano, perché in panchina (al netto degli infortuni) ha giocatori che formerebbero una squadra capace di contendere lo scudetto alla stessa Juventus. Non meravigliamoci, dunque, delle polemiche che nascono dove si attacca un Brescia capolista con merito e dove il Var ancora non è stato pensato. Lo ha invocato il Venezia la scorsa settimana, lamentando una pessima direzione arbitrale proprio al “Ciro Vigorito” contro il Benevento. Ai lagunari mancava al massimo una punizione fuori area e non un rigore, l’unico che avrebbe avuto modo di invocare ieri sera la Salernitana su un possibile fallo di mano di Improta. Lo stesso che Abbattista di Molfetta non ha concesso nel finale a Insigne dopo un contatto in area con Casasola.

Dubbi. I soliti. Non sono bastate nemmeno le immagini di Dazn a cancellare quelli sul gol annullato a Calaiò. Giocata da attaccante di razza dell’ex Parma, partito però con un piede in fuorigioco. Una chiamata difficile e coraggiosa per Valerio Colarossi di Roma 2, i cui meriti sarebbero stati riconosciuti anche dal Var ma finito suo malgrado nell’occhio del ciclone proprio per l’assenza del supporto tecnologico. Ancora una volta, allora, ci confermiamo il Paese dei complotti e dei sospetti, facendo risultare più semplice il soffermarsi sugli episodi anziché sull’andamento generale. Il Benevento ha perso contro il Verona per una svista e ha vinto con merito all’Arechi per la prima volta nella sua storia. Sbagliare è umano, solo che nel calcio non è più possibile.