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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di replica a firma di Felice Spera, Commissario Regionale della Democrazia Cristiana Storica della Regione Campania.

Dopo aver preso visione di un articolo riguardante una Federazione Popolare dei Democratici Cristiani di appoggiare il Sindaco uscente Clemente Mastella su Benevento, precisiamo che questa Federazione non è affatto la Democrazia Cristiana e ne può definirsi tale. L’on. Gargani non rappresenta nessuna Democrazia Cristiana, sono persone che l’hanno rappresentata anni fa.

Non possiamo più permettere che questi ex esponenti della Dc di un tempo, oggi si ripresentano a distanza di anni parlando nuovamente dello Scudo Crociato e dei vecchi valori dove fino a poco tempo hanno fondato e militato in altri partiti, dove grazie a loro  hanno votato a favore dello scioglimento della Democrazia Cristiana senza passare a traverso un regolare Congresso Nazionale.

La Democrazia Cristiana finalmente ha ripreso il suo precorso che meritava, grazie a noi, abbiamo ripreso il cammino dove in Regione Campania sono molte le iniziate già intraprese su molti Comuni per ripresentare il vecchio Scudo Crociato sulla scheda elettorale”.

Lo ribadisce Felice Spera il Coordinatore Regionale del Partito che con una sua nota tiene a precisare la legittimità dell’uso del Simbolo dopo anni di guerre giudiziarie.

E afferma: “Diffidiamo l’On Gargani a non presentare il nome e il Simbolo della Democrazia Cristiana. Il 12 ottobre 2019 si ebbe a riunire in Roma, Via Quattro Cantoni n 53, a seguito di auto convocazione, l’Assemblea costituente degli iscritti del 1993 alla Democrazia Cristiana. L’Assemblea di tutti gli iscritti 1993, nessuno escluso, la cui convocazione è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale seconda parte numero 104 del 5 settembre 2019, il cui verbale è stato registrato alla Agenzia delle Entrate di Roma al n.6205 serie 3 del 6 novembre 2019, ha avuto in sintesi per oggetto la ristrutturazione a tutti i livelli del partito.

Le delibere assunte dalla detta assemblea debbono ritenersi vincolanti per tutti gli iscritti, ai sensi del primo comma dell’art. 2377 cod. civ, presenti, assenti od anche dissenzienti. Il fatto che tutti gli iscritti del 1993 siano stati compresi nella auto convocazione, comporta altresì che non vi è più spazio, per chi voglia procedere autonomamente alla riorganizzazione della DC. La riattivazione della Democrazia Cristiana ad opera degli iscritti del 1993 è fondata sul giudicato costituito dalla sentenze della Corte di Appello di Roma n. 1305 del 2009, resa definitiva dalla Corte di Cassazione a sezione riunite-civile n. 25999 del 2010 che hanno accertato che la Democrazia Cristiana storica non può essere considerata estinta trasformata o sciolta e che è restata in vita negli e con gli iscritti del 1993, anno dell’ultimo tesseramento valido. Le stesse sentenze e altre successive hanno stabilito che né l’associazione di Fontana Grassi/Luciani, né l’associazione di Rotondi, né il partito di Angelo Sandri, né l’UDC di Cesa, né il CCD, né il CDU, né il PPI possono essere identificati con la Democrazia Cristiana “storica”, data la affermata sopravvivenza di questa negli e con gli iscritti del 1993.

Pertanto, nessuna delle attuali Associazione politiche che affermano di essere la D.C. può ritenersi tale; Non può essere identificata, con la Democrazia Cristiana, la Associazione facente capo prima a Gianni Fontana poi Renato Grassi e ora suo dire a Luciani Nino, contro la quale due sentenze passate in giudicato, la n. 14046/2014 e la n. 17831/2015, entrambe del Tribunale di Roma sez. terza, nonché l’Ufficio Elettorale della Corte di Cassazione, decisione 2629 del 12 aprile 2019 hanno escluso la identificabilità con la Democrazia Cristiana, Pertanto del tutto illegittima è la presunzione del prof. Nino Luciani di qualificarsi dapprima per delega del sig. Gianni Fontana come presidente nazionale ad interim, ed ora a seguito delle presunte dimissioni dello stesso Fontana come presidente nazionale o segretario e contro il quale sono stati promossi due giudizi tutt’ora pendenti quello recante il numero di RG 26813/2017 e quello RG.83006/2018 dinnanzi al Tribunale Civile di Roma Ne può esserlo la Democrazia Cristiana di Angelo Sandri sia già in base le richiamate sentenze 1305/09 e 25999/2010 sia perle ulteriori sentenze del Tribunale civile di Roma n. 19113/2009 la quale espressamente ne indica l’inibitoria all’uso del nome e del simbolo, confermata dalla Corte di Appello di Roma con sentenza n. 805 del 2017, passata in giudicato a seguito di sentenza n. 18746/19 della Corte di Cassazione del 2019, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di Angelo Sandri, e gli ha inibito di utilizzare la denominazione Democrazia Cristiana ed il relativo acronimo DC, e quindi ad indire convegni e riunioni e procedere a nomine come Democrazia Cristiana.

Il 12 settembre 2020, facendo seguito della assemblea costituente del 12 ottobre 2019 degli iscritti del 1993, è stato celebrato il XIX congresso della Democrazia Cristiana, il cui verbale è stato registrato all’Agenzia delle Entrate in data 01.10.2020 con atto n. 6919 serie.3, dove erano eletti gli organi statutari del partito e quale Segretario politico il Sig. Franco De SimoniSegretario amministrativo il Sig. Raffaele Cerenza”.