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Per fare un tavolo ci vuole il legno, cantava il grande Sergio Endrigo. Per le ordinanze almeno l’ingegno, aggiungiamo noi. Nel mare magnum di documenti che giungono di ora in ora sui nostri display 4K – pensate, sono addirittura in grado di distinguere ogni tonalità di giallo e arancione – manca la chiarezza delle parole. Esperienze del terzo tipo si mischiano a letture avventurose. La signora Susanna, l’inquilina del terzo piano, giura che non leggeva cose simili da quella volta in cui provò l’azzardo di cimentarsi in un romanzo giallo tedesco. Senza conoscere il tedesco, per giunta. E questa storia con quel giallo una cosa in comune ce l’ha: non se ne viene a capo. 

Nel primo pomeriggio il sindaco Mastella emette l’ennesima ordinanza di una stagione alquanto impegnativa per le stampanti di Palazzo Mosti. Un documento da zona ‘nera’ (ma siamo attualmente in zona gialla, è bene precisarlo). Siamo tutti d’accordo – si spera – sul fatto che il Covid ci sta stritolando con le sue manine per nulla delicate, togliendoci l’aria e la libertà, ma decidere per non decidere vuol dire fare il suo gioco. E sul suo campo, lo sappiamo, si perde 6-0, 6-0, 6-0 in dieci minuti come un neofita del tennis contro Roger Federer sul Centrale di Wimbledon.

Leggiamolo quel passaggio: “Si dispone la chiusura al pubblico  in tutti i venerdì, i sabati e le domeniche, nonché nei giorni festivi e prefestivi, dalle ore 18,00 alle ore 22,00, delle sotto indicate strade e piazze cittadine, fatta salva la possibilità di accesso e di deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”. 

I luoghi a cui si fa riferimento sono quelli del centro storico, interdetti al pubblico nelle ore e nei giorni citati. Il tutto – si legge chiaramente – ad eccezione delle operazioni di afflusso e deflusso relative ai negozi ‘legittimamente aperti’. Ce la immaginiamo già la scena del vigile che ci accompagna allo shop di fiducia. “Scusi, dove sta andando lei?”. “Al negozio di abbigliamento lungo il Corso, ho visto una cintura in pelle di coccodrillo carinissima, vorrei comprarla”. “Prego, però la aspetto fuori”

Stando a quanto si legge dovrebbe funzionare così, a meno che non abbiate la fortuna di essere dotati di un elicottero che vi consenta di planare su piazza Roma, calarvi giù con una corda, ‘strisciare’ la vostra carta e tornare su. Solo un’accortezza: non dimenticate la mascherina. L’impresa, a quel punto, sarebbe fine a se stessa e dovreste dire addio alla cintura che aveva rapito i vostri sogni. E no, non saranno lacrime di coccodrillo.