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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del Coordinamento Scuole aperte Benevento.

“Sembrerebbe che la Campania continuerà a rimanere la grande anomalia italiana con aperture ancora ritardate a data da destinarsi, mentre proprio in queste settimane stanno emergendo dati allarmanti sia in termini di dispersione scolastica, sia per l’impatto drammatico sulla salute integrale degli alunni da troppo tempo lontani dalle aule.

Addirittura nell’ordinanza recente del Tar Lombardia, che determinerà il rientro in classe addirittura delle superiori, viene citato il “caso Campania”, per evidenziare che, nonostante la chiusura ad oltranza, i contagi sono continuati a crescere. È evidente, quindi, come abbiamo sempre sostenuto, che chiudere solo la scuola non può essere la soluzione. I dati portano ad escludere che la scuola sia causa di diffusione del virus, che poi è il dato che più interessa, quello della propagazione del contagio.

Di certo non riteniamo che la scuola sia immune dalla possibilità che si registrino casi, ma nel resto d’Italia è stato sufficiente applicare i protocolli e isolare i casi positivi, mantenendo le scuole aperte per il primo ciclo, addirittura in zona rossa.

In Campania invece è stato negato, su più fronti tanto istituzionali quanto giudiziari, il rientro a scuola che oggi sembrerebbe ancora incerto e di sicuro differente rispetto al resto d’Italia, in una regione che non ha mai brillato per contrasto alla dispersione già prima del virus.

Non possiamo accettare che ci si riduca ad una dicotomia facile quale quella dei pro dad e dei no dad perché significherebbe aver perduto la bussola, aver mancato l’obiettivo, aver smarrito la strada.

Deve tornare al centro quanto è stato previsto dai numerosi d.p.c.m. emanati, osservati scrupolosamente nel resto d’Italia ma non in Campania, esiste un protocollo nelle scuole, serrato e scrupoloso di cui tutti i bambini ed i ragazzi si sono già resi ampiamente attori diligenti.

La chiusura delle scuole deve essere sempre l’ultima soluzione possibile, lì dove la situazione epidemiologica dovesse essere di tale allarme da richiedere la chiusura di tutte le attività: non avrebbe infatti alcun senso, come anche dimostrato dall’esperienza recente, chiudere le scuole e lasciare aperte le attività, i centri commerciali, dove stesso i ragazzi possono assembrarsi lì sì senza le regole e i controlli che invece sono previsti a scuola”.