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Ad un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina impennano i prezzi dei beni di prima necessità, quelli che non possono mancare sulle tavole degli italiani: pane, pasta e olio. Assoutenti ha realizzato uno studio che dimostra come la guerra abbia influito in modo pesante sui prezzi al dettaglio di alcuni prodotti di largo consumo venduti in Italia. Prendendo in esame tre beni le cui materie prime sono state interessate in modo diretto dalla guerra – attraverso sia una riduzione delle forniture da Russia e Ucraina, sia un rialzo generalizzato delle quotazioni internazionali – Assoutenti ha analizzato i listini al dettaglio di pane fresco, pasta di semola di grano duro e olio di semi di girasole nelle principali città italiane, confrontando i prezzi attuali con quelli in vigore a gennaio 2022, prima dell’invasione russa. Siracusa è la città italiana dove oggi l’olio di semi costa di più, con un prezzo pari a 3,80 euro al litro, seguita da Genova (3,54 euro), e Sassari (3,44 euro). A Livorno i prezzi più bassi d’Italia per l’olio, con una media di 2,54 euro al litro, seguita da Bari (2,55 euro), Palermo e Grosseto (2,59 euro). Il pane fresco più caro è venduto oggi a Bolzano, con una media di 6,21 euro al kg. Al secondo posto Venezia (5,91 euro) e al terzo Ferrara (5,89 euro). La città col prezzo del pane più basso è invece Napoli (2,18 euro al kg).

Sul fronte delle bollette, l’Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda luce e gas, elaborando i dati Istat di gennaio 2023. A vincere la classifica delle città con i cittadini più bastonati dalle bollette è Alessandria, dove le spese per luce, gas e gasolio in un anno sono volate dell’88,6%. Tutto piemontese il resto del podio, con Vercelli che registra una crescita dell’87,1% e Biella che aumenta dell’86,1%. Seguono Perugia (+85,8%), poi Novara (+85,7%), Terni (+84,5%), Cuneo (+85,3%), Imperia (+85%), Torino (+84,4%) e Genova con +82,6%.

Dall’altra parte della classifica, la città meno tartassata è Potenza, con aumenti solo del 35,2%; seguono, a salire, Aosta con +50,8%, Olbia-Tempio con +51%, Napoli (+51,4%), Gorizia (+51,7%), Benevento (+53,1%), Caserta (+53,5%), poi Avellino (+53,7%) e Trieste (+54,6%).