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Benevento – Sono i social, bellezza. Coi loro pro e i loro contro, le loro esaltazioni e le loro critiche feroci. Punture che diventano precisazioni, errori che si trasformano in elementi connotativi. Funziona più o meno così, senza alcuna differenza tra il positivo e il negativo. Ne sa qualcosa la Curva Sud di Benevento, che solo qualche settimana fa era salita alla ribalta internazionale per quell’applauso stupendo tributato alla squadra all’indomani della retrocessione in B e che ieri, a causa di un mero – ma gigantesco, viste le dimensioni – errore ha subito tante piccole bacchettate sulle mani a causa di una frase in latino sbagliata.

Capita a tutti, la differenza la fa unicamente il contesto. Quante volte ci sarà successo di sbagliare a scrivere qualcosa senza neanche rendercene conto, e di non correggere alcunché pur rileggendo la frase più e più volte. E’ chiaro che uno striscione subisce procedimenti diversi prima di essere esposto, ma l’errore umano ci può stare e continuerà ad essere ammissibile. Basta guardare gli strafalcioni di tifoserie ben più famose a livello internazionale come quelle di Napoli,Roma,Lazio, Milan e Juventus – solo per citarne alcune – non immuni a critiche nel corso degli anni. I laziali che esprimono “dissenzo” a Lotito, i romanisti che citano la Lazio come “una sCuadra”, i napoletani che chiedono ai giocatori di regalargli “un’altro sogno”, o i milanisti che criticano il “prouratore” di Pato o dicono ai loro beniamini “disonoate la maglia”. E poi ce n’è uno rugbystico che ha fatto storia. I tifosi italiani, nell’offrire ospitalità agli scozzesi, scrissero “se l’Olimpico potrebbe parlare sarebbe fiero di potervi ospitare” con un congiuntivo a dir poco rivedibile. 

Insomma, di errori se ne possono assaporare in tutte le salse. Quello della Curva Sud sannita, che già il primo maggio 2017 si era espressa senza il minimo errore utilizzando il latino in occasione di un derby con l’Avellino vinto 2-1, è solo l’ultimo di una lunga serie che si arricchirà in futuro di nuove “licenze poetiche”. E poi diciamola tutta: la frase esposta, al di là dell’errore, aveva un senso ben preciso: “ricordati di osare sempre”. Ecco, chi osa può sbagliare, chi non osa mai sbaglierà. E nemmeno crescerà.  

 

Di seguito il comunicato diramato dalla Curva Sud nella giornata odierna: 
In merito all’errore di “battitura” o “distrazione” in fase di stampa, presente nello striscione esposto nel secondo tempo dell’incontro amichevole con la Roma, ci teniamo a precisare alcuni punti.
Da un punto di vista logico-strutturale il termine errato “audure” invece di “audere”, presenta chiaramente lo scambio di una vocale in modo del tutto involontario.
Il latino non presenta nessuna coniugazione in -ure e non intendevamo di certo crearne di nuove.
Il termine adatto a livello tipografico per comprendere tale errore è il cosiddetto “refuso”.
In passato, era un errore di stampa causato dallo scambio o spostamento di uno o più caratteri durante la composizione tipografica di un testo mediante caratteri mobili.
Oggi, con il tramonto della stampa a caratteri mobili, parliamo di errori di “battitura”.
Tali errori sono vivi ed ancora vegeti nei testi di numerosi autori celebri.
Non è un errore in grado di mostrare lacune o mancanze a livello culturale.
Non è chiaramente dipeso da noi.
Anche dopo aver ritirato gli striscioni, spesso per questioni di tempo e restrizioni, non riusciamo a controllarli.
Ogni singola persona che compone il nostro direttivo sacrifica tempo, denari e vita sociale in nome di un ideale che non comporta ritorni economici o di fama.
Da un punto di vista storico-temporale appare evidente, dalle ultime due stagioni, il cambio di stile ed organizzazione legato al processo di crescita della nostra Curva.
Decine di progetti e coreografie hanno reso immortali giorni indimenticabili.
La raccolta fondi e beni di necessità per i terremotati di Amatrice.
I progetti solidali legati alla donazione del sangue, alla raccolta fondi per gli aiuti economici destinati ad associazioni del territorio quali Misericordia, Caritas, Imbriani Non Mollare.
Potremmo continuare all’infinito ma spesso molte battaglie a scopo benefico ci piace combatterle all’ombra dei riflettori.
A giorni comunicheremo un nuovo progetto solidale, con la speranza di aiutare il piccolo Genny e l’associazione che porta il suo nome, a sconfiggere la CDG, una malattia genetica-metabolica.
Nei due anni appena trascorsi abbiamo cercato di valorizzare al massimo le bellezze e lo storia della nostra città.
Mai prima di quel 1° Maggio 2017 la nostra curva aveva offerto uno spettacolo scenografico e storico simile.
In quell’occasione fu esposto uno striscione di 80 metri completamente in latino, tratto da un passo di Tito Livio, Ab Urbe condita libri.
Sulle quattro torrette campeggiarono i simboli eterni di questa città: monumenti e leggende dimenticate ed assopite nel tempo.
La grafica raffigurante l’umiliazione inflitta ai Romani durante la Battaglia delle Forche Caudine, racchiuse il senso di una scenografia che non solo noi, reputammo di primo livello. 
Abbiamo “srotolato” nel tempo km di striscioni in lingue differenti.
Siamo riusciti ad emozionare generazioni differenti, molti ricorderanno la colonna sonora “The show must go on” utilizzata per salutare con stile una categoria che ci ha visto protagonisti solo sugli spalti.
Abbiamo pensato ed ideato tutto sempre con la stessa determinazione.
Ogni dettaglio curato minuziosamente.
Oggi, ci accorgiamo di quanto la memoria come il tempo, siano diventate risorse scarse.
In ultimo andrebbe analizzato il comportamento deplorevole moralmente e non solo, da parte di molti nostri concittadini, che si sono divertiti a diventare intellettuali, moralisti e professori sui vari social network.
La mediocrità che riveste i vostri inutili neuroni è figlia di un mondo brutale e senza freni.
A seconda degli eventi amate trasformarvi in sismologi, architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, professori.
Purtroppo mai studenti.
I social network utilizzati da taluni individui, che chiameremo “professori dozzinali”, diventano campi di sterminio auto degeneranti.
Leggere le vostre assurdità e banalità su un errore di stampa è stato davvero disgustoso.
Il vostro comportamento dettato dalla sicura mancanza di attività cerebrali rilevanti è figlio di un disturbo narcisistico della personalità.
Il classico quarto d’ora di celebrità.
Ora chiedetevi la vera ignoranza dove sia depositata.
Non sarà di certo l’invidia a fermare il nostro ideale.
Fa specie solo che “sangue del nostro sangue “sia sempre pronto alla classica pugnalata.
Chi ieri è uscito dalla tana per conquistarsi quei pochi minuti di celebrità probabilmente era salito sul carro dei vincitori, durante gli anni trascorsi.
Altri attendevano un passo falso per sputarci veleno addosso.
State tranquilli, tornerete nelle fogne.
Vi salutiamo con un brocardo che sicuramente conoscerete e speriamo sarete in grado di utilizzare prima di parlare o scrivere a vanvera: “In claris non fit interpretatio”.
Non criticare vieni a tifare.
*Vi aspettiamo a Venezia
A TUA DIFESA