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Francesco De Pierro non ci sta e replica alla nota stampa di “Patto Civico” (leggi qui). Di seguito, l’intervento del capogruppo Pd a palazzo Mosti.

“Ho letto con molta applicazione l’intervento di ieri diramato dai colleghi consiglieri di “Patto Civico”, interrogandomi non poco circa il contenuto profondo ed ultimo del loro dire. Pur rigirando e rigirando tra le mani il loro scritto, non riesco a comprendere come essi possano criticare, peraltro con malcelato disappunto, il voto di astensione del PD in seno alla Commissione Attività Produttive. Quel voto di astensione ha alla base un ragionamento politico che in modo lineare è stato esternato durante i lavori della Commissione, e poi in modo altrettanto trasparente è stato trasferito alla pubblica opinione grazie al sempre prezioso contributo degli organi di stampa. Ciò non deve destare meraviglia in quegli amici, poiché il PD è un partito politico che svolge la propria attività amministrativa con coordinate differenti da un gruppo civico, il cui orizzonte è evidentemente la mera questione quotidiana. Il mio partito non “nasconde” alcun nuovo asse elettorale, ha semplicemente agito tenendo ferma la propria posizione di alterità rispetto all’attuale maggioranza, ma allo stesso tempo di ben netta distinzione rispetto a gruppi civici che variamente si formano in consiglio comunale sotto la spinta di esigenze personalistiche, che, tuttavia, non possono e non devono interessare una delle poche forze nazionali presenti in consiglio comunale. Quest’ultima ne uscirebbe ridimensionata se si accodasse a tanto.

La differenza di prospettiva credo sia ben comprensibile ai più.

E se ciò non lo fosse per qualche autorevole dirigente del PD, chiamato in causa dai consiglieri pattisti (il riferimento probabilmente riguarda l’amico Luigi Boccalone), credo che gli organi di partito siano il luogo opportuno per confrontare le idee se si è in dissenso, e non certo l’intervento umorale; ed in ogni caso, la responsabilità del mandato elettivo è in capo ai consiglieri che hanno il dovere di esercitarlo nel rispetto dei deliberati di partito, che prevedono non solo l’opposizione a chi governa la città, ma – è bene ricordarlo- finanche il non prestarsi ad operazioni per così dire di rafforzamento di gruppi di opposizione, che non poco hanno cercato di indebolire il PD e l’intero schieramento di centro-sinistra mediante il posizionamento di alcuni a cavalcioni tra lo steccato della maggioranza e quello della minoranza”.