- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Il capogruppo del Pd al Comune di Benevento, Francesco De Pierro, ha inteso replicare alle dichiarazioni rilasciate dal gruppo consiliare di Forza Italia in occasione della visita in città di Matteo Renzi. 

“Trovo davvero ingenerose le affermazioni di alcuni esponenti di Forza Italia che hanno stigmatizzato la visita del segretario nazionale del Pd, in quanto quest’ultimo sarebbe venuto in città solo a distanza di due anni dall’alluvione. Mi sarei, invece, aspettato una valutazione più serena e pacata dal punto di vista istituzionale, sopratutto da chi ha responsabilità di levatura nazionale, e dire che la campagna elettorale non è ancora iniziata. Tutto diventa teatrino della politica, dichiarazioni del momento, affermazioni sopra le righe.

Ma veniamo ai fatti che meno male hanno la testa dura”.

“Matteo Renzi – si legge nella nota di De Pierro – è stato a Benevento per la seconda volta in meno di un anno, a testimonianza se non altro della considerazione che nutre nei confronti della nostra città e del PD locale. Ricordo a me stesso, ed ai colleghi di Forza Italia, che in questo mese ricorre l’ottavo anniversario dell’ultima presenza di Berlusconi nel Sannio. Era addirittura l’ottobre del 2009. Ma tale dato viene coperto da oblio, perché significa scarsa considerazione per la dirigenza sannita.  Se Renzi, poi, fosse venuto da noi nei giorni immediatamente successivi all’alluvione, sarebbe stato accusato di fare solo passerelle da quelle stesse persone che oggi si scandalizzano, quasi infastidite, per la sua presenza in città. Renzi ha avuto invece il coraggio di andare nei luoghi in cui la tragedia dell’alluvione ha colpito molto duramente, esponendosi in maniera molto più rischiosa alle critiche. Si è confrontato con gli imprenditori e con le istituzioni, ha spiegato cosa è stato fatto e chiesto cosa resta ancora da fare. Sarebbe stato molto più semplice venire a fare una parata nel 2015 da Presidente del Consiglio dei Ministri, dispensando promesse e guadagnandosi applausi e consensi”.

“Ho avuto modo di ascoltare anche le ingenerose parole dell’onorevole De Girolamo in occasione della visita di Matteo Renzi. Non nascondo – conclude il capogruppo del PD – che ormai faccio molta fatica a comprendere un modo di ragionare a compartimenti stagni. Mi chiedo se sia possibile elevare una volta tanto il livello del confronto, evitando i toni irruenti e promozionali tipici di un certo modo di fare politica. Non si può sempre mettere in risalto le mancanze o l’incapacità dell’altro per potersi distinguere. Questo approccio non paga più, la gente è stufa. Se uno si reputa migliore dell’avversario, lo deve dimostrare con i fatti. Altrimenti sarà sempre una gara a chi ha sbagliato di meno, a chi ha prodotto meno danni. Ma che criterio di valutazione è mai questo? Non ci si rende conto che l’unico risultato che si ottiene attraverso questa pratica vuota di contenuti è quello di allontanare la gente dalla politica e dalle urne. O, nel migliore dei casi, quello di rendere sempre più disilluso l’elettorato. La contrapposizione dura e pura non è più uno strumento redditizio, perché è come si pensasse di far presa su un popolo che non si accorge di cosa stia accadendo. I tempi sono cambiati. La gente si informa, vuol sapere cosa mette in campo chi governa e quello che, viceversa, è in grado di presentare sul piano delle idee chi si propone come alternativa. E’ questo il terreno su cui costruire una competizione. Il resto è solo sterile polemica che finisce il giorno dopo quando è calato il sipario sul teatro”.