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Una democrazia vive anche di riti. Particolarmente atteso, in Italia, è quello legato al “deposito dei contrassegni”, appuntamento che solitamente precede di qualche settimana la presentazione di liste e candidati. 

Nel giorno dei simboli, però, trovano spazio storie e racconti che con la contesa elettorale c’entrano poco o nulla. Nel 2018, per dare qualche numero, agli uffici del Viminale ne furono presentati 103 (cinque anni prima se ne contarono addirittura 215): la stragrande maggioranza di essi non prese parte alle elezioni. Così sarà anche quest’anno. Così sarà sicuramente per il “Sacro Romano Impero cattolico e pacifista”, il terzo contrassegno depositato oggi. Ne detiene i diritti Mirella Cece che da trent’anni non manca un’elezione, senza mai parteciparvi. “Siamo monarchici, sarebbe un controsenso correre” – ha spiegato ancora una volta. La Cece contava di essere la prima, questa mattina, ma a precederla sono stati il Partito Liberale Italiano e il Maie – Movimento Associativo Italiani all’Estero.

In fila, di buon mattino, anche il sindaco di Benevento Clemente Mastella. Con lui c’erano Luigi Barone, presidente del Consorzio Asi di Benevento e tra i più influenti dirigenti di Noi di Centro e Raffaele Fantetti, leader degli ‘Europeisti’, formazione politica che si è accordata con l’ex Guardasigilli risparmiando a Ndc la fatica estiva della raccolta firme.

Il simbolo di Ndc-Europeisti (foto in basso) è stato l’ottavo simbolo consegnato (per tutti c’è tempo fino al 14 agosto). Erano le nove in punto e a precedere Mastella c’era una creatura politica che conta poche ore di vita: Italia Viva-Azione con Calenda. Alle spalle dell’inquilino di palazzo Mosti, invece, Roberto Calderoli con il faldone contenente le carte utili a far correre il Carroccio. 

“Sono in fila dal 1976” – ha detto scherzando Mastella ai cronisti. “Al centro del nostro programma ci sono atlantismo e soprattutto il Sud, di cui nessuno parla”.