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Benevento – Ci sono ricordi che sbiadiscono con lo scorrere del tempo e altri che del tempo si nutrono. Nel calcio accade di frequente, quando il ripensare a una gioia impetuosa affievolisce il dolore di una delusione. Salvatore Di Somma pensa al Benevento ed è felice come un bambino. Dopo l’ultima esperienza ad Avellino segue il calcio da attento osservatore, da figura esterna di un mondo che non smetterà mai di essere anche il suo. Quattro anni nel Sannio da direttore sportivo, qualche lacrima cancellata prontamente dall’estasi di uno storico doppio balzo dalla C alla A: “Una delle emozioni più forti della mia vita”, dice con una punta di nostalgia, pensando al rischio che il Benevento sta correndo: “E’ la situazione peggiore degli ultimi anni, la classifica non è per nulla buona e vedo una squadra troppo timorosa. E’ obbligatorio comprendere che si sta rischiando di buttare via la categoria”. 
Sta seguendo il campionato del Benevento?
“Provo a non perdermi neanche una partita, Benevento è una piazza a cui sono legato e tengo molto alle sorti della squadra”.
Cosa non sta funzionando?
“La stagione è iniziata male, si è cambiato progetto tecnico in poche settimane e il mercato che è stato portato avanti ad agosto ha seguito una rivoluzione che non ha pagato. L’esonero di Caserta non ha migliorato le cose”.
Si aspettava di più da Cannavaro?
“Ha fatto una carriera da calciatore incredibile ma probabilmente anche lui necessitava di tempo per calarsi in una realtà come quella della serie B, avendo allenato solo in Cina. Questo è un campionato diverso dagli altri, l’esperienza può rivelarsi fondamentale per uscire da certi ingorghi”.
Il mercato si è chiuso, è tempo di bilanci. Si aspettava di più dalla Strega?
“Mi aspettavo l’arrivo di un bomber, di un giocatore che garantisse un buon quantitativo di gol. Si era parlato di Coda, sarebbe servito come il pane e credevo ci fossero possibilità. Capisco anche che il Genoa non abbia voluto privarsene, è uno che sposta gli equilibri”.
Cannavaro aveva chiesto anche un giocatore di fantasia.
“Una richiesta legittima, servirebbe più qualità nella fase offensiva. Falco sarebbe stato l’ideale perché il Benevento ha bisogno di un giocatore in grado di saltare l’uomo. E’ un ragazzo che conosco bene, innamorato di Benevento. Sono sicuro che sarebbe tornato volentieri, anche se all’epoca non fu trattato bene e a dirla tutta non lo meritava”.
La sua mancata permanenza dopo la promozione del 2017 fu uno dei casi dell’estate. 
“Io ero il direttore sportivo e stravedevo per lui, così come il presidente Vigorito. In B con noi fece un campionato fantastico, ma una volta raggiunta la promozione mister Baroni decise di cambiare schema e preferì virare su altri obiettivi”.   
Possibile che le punte giallorosse segnino così poco?
“Ho visto Simy e sembra un lontano parente del giocatore che ha fatto benissimo a Crotone, con il Frosinone era irriconoscibile. Se fosse in condizione sarebbe un valore aggiunto. Ma tutti devono darsi uno scossone, metto dentro anche La Gumina”.
C’è chi sostiene che Vigorito non abbia investito abbastanza.
“A guardare la rosa non si direbbe. In estate sono arrivati giocatori importanti, è da loro che deve arrivare la svolta. Ora ha preso giocatori funzionali, ma l’organico del Benevento non è assolutamente da ultimi posti. A questo punto è una questione di testa. I giocatori devono rendersi conto che si rischia la C e tirare fuori il loro meglio e accantonare la paura”.
Le altre concorrenti si sono rinforzate, i giochi si complicano?
“Il mercato non ha offerto spunti importanti ma lì dietro tutte hanno fatto qualcosa. Ripeto, bisogna iniziare a correre e anche parecchio”. 
Nel biennio 2015-2017 invece tutto funzionò a meraviglia. C’è una cosa in particolare che le piace ricordare?
“Raggiungere la A subito dopo la storica promozione in serie B è stato straordinario. Per giunta lo facemmo con tanti giocatori provenienti dal campionato Primavera o con poca esperienza in B. Parlo dei vari Ciciretti, Venuti e Puscas, che segnò addirittura il gol decisivo nella finale contro il Carpi. Un vero e proprio sogno che mi legherà per sempre alla città di Benevento”.