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Diciotto anni sono un percorso di vita importante. Lo sa bene il presidente Oreste Vigorito, saldo al timone di comando della società giallorossa dal lontano marzo 2006, tranne una breve parentesi (stagione 2015-16) quando al vertice del sodalizio sannita si insediò la coppia Fabbrocini-Pallotta. Diciotto lunghi anni fatti di gioie (tante), dolori calcistici e non solo, come la prematura scomparsa di suo fratello Ciro avvenuta il nell’ottobre del 2010. Molte le delusioni, fatte soprattutto di salti di categoria svaniti all’ultima curva o nei ‘maledetti’ playoff. Ma il massimo dirigente del Benevento ha sempre tenuto duro, rialzandosi dopo ogni botta presa e regalando alla piazza giallorossa emozioni mai provate prima con l’approdo in serie B e poi nella massima serie. In un periodo di tempo così lungo, sotto l’Arco di Traiano sono transitati una quantità industriale di calciatori, molti hanno lasciato un segno indelebile, alcuni hanno deluso mentre altri sono stati degli incredibili flop. Proviamo, allora, ad ipotizzare quella che potrebbe essere la top 11 dell’era Vigorito valutando non solo l’aspetto tecnico o l’impatto sulle ‘sorti’ dei giallorossi, ma anche la capacità di fare breccia nei cuori dei tifosi.

PORTIERE – Tra i pali il nome non può che essere quello di Ghigo Gori, una vita trascorsa a difendere la porta della Strega dove ha collezionato 232 presenze, secondo solo a Graziano Iscaro. L’unico grande rammarico per Ghigo è stato quello di non aver potuto esordire in A con la maglia giallorossa, passerella che avrebbe meritato senza alcun dubbio.

DIFESA – Al centro della difesa, in un possibile 4-3-3 trova sicuramente posto Luca Caldirola, arrivato nel mercato di gennaio del 2019 dal Werder Brema tra la diffidenza generale, ma capace di essere un tassello fondamentale nella squadra dei record allenata da Pippo Inzaghi. Accanto a lui c’è Berat Djimsiti, giunto nel Sannio per fare il comprimario alla sua prima apparizione in serie A, ma a conti fatti proprio quella stagione ha svelato le sue enormi qualità, per poi spiccare il volo fino alla Champions League con l’Atalanta. Sulla corsia sinistra nell’undici ideale la maglia è per Walter Lopez, terzino con la garra e la Strega nel cuore, capace con la sua grinta di guadagnarsi la stima e l’affetto della torcida giallorossa che ancora ne ricorda i tanti affondi (e cross) nella sua zona di competenza. Dall’altra parte del pacchetto difensivo c’è il francese Bacary Sagna, calciatore dal curriculum enorme che ha indossato solo per tredici volte la maglia della Strega, ma quanto basta per assicurarsi un posto nella top 11 dei diciotto anni di presidenza dell’era Vigorito. Il centrocampo è formato da Sandro, brasiliano e capitano della nazionale verdeoro, limitato da problemi fisici ma per molti il miglior calciatore che abbia mai indossato la maglia giallorossa. Accanto a lui un posto lo merita Nicolas Viola, lasciato andare via troppo presto dal ‘Ciro Vigorito’ dove ha fatto vedere delle autentiche magie con il suo sinistro: per informazioni chiedere a Carnesecchi, attuale portiere dell’Atalanta, beffato con un pallonetto da centrocampo. A completare il reparto c’è Peparin Hetemaj, uno stantuffo inesauribile che ha ‘sudato’ la maglia come pochi, non risparmiandosi mai e risultando forse l’elemento più prezioso nella cavalcata verso la A della stagione 2019-20.

ATTACCO – Il tridente di attacco è formato da Carmelo Imbriani, anche se nell’ultima parte della sua carriera aveva arretrato il suo raggio di azione giocando da esterno di centrocampo. Carmelo era molto più di un ‘semplice’ calciatore per i tifosi giallorossi e in campo gettava sempre il cuore oltre l’ostacolo per la sua gente. Negli occhi di tutti c’è ancora la sua corsa sfrenata al ‘Partenio’ dopo un gol messo a segno nel derby: gioia allo stato puro. Nel 4-3-3 non può mancare, poi, il nome di Giampiero Clemente, il pescatore di perle. Difficile capire come uno con i suoi piedi non sia mai transitato sui prati della serie A perché quello che ha fatto vedere nel Sannio è stato da stropicciarsi gli occhi. Tra le sue magie, un pallonetto contro l’Arezzo da quasi metà campo e gol a grappoli, mai banali, capaci di infiammare le gradinate del ‘Ciro Vigorito’. All’appello manca solo l’attaccante e il nome scelto è quello di Fabio Ceravolo, non necessariamente il più forte ‘numero 9’ che ha indossato la maglia giallorossa, ma forse quello che incarnato meglio lo spirito battagliero della Strega nell’anno della prima storica promozione in A. 

ALLENATORE – 87 lunghi anni, tanto ha impiegato il Benevento per lasciare l’inferno della serie C e sedersi al tavolo più confortevole della B. Lo ha fatto in una stagione anomala, senza Vigorito al timone e con un ambiente non facile da gestire. Sulla panchina solo un tecnico come Gaetano Auteri avrebbe mai potuto compiere una impresa simile ed è lui l’allenatore della top 11.

Top 11 (4-3-3): Gori, Sagna, Caldirola, Djimsiti, Lopez, Sandro, Viola, Hetemaj, Imbriani, Clemente, Ceravolo.