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Benevento – La nuova frontiera dell’utilizzo delle sostanze stupefacenti. Non si va più a caccia dello spacciatore di turno nelle zone nascoste e che i frequentatori conoscono, ma basta collegarsi, avere un’applicazione e sfruttare la nuova valuta per gli acquisti: i bitcoin. Sono finiti nei guai nove ragazzi di Benevento, oggi maggiorenni, ma all’epoca dei fatti minorenni, scoperti per una pura casualità, dopo un controllo di routine e il rinvenimento di hashish in possesso di uno di loro. E’ la storia raccontata da la Repubblica. Un esperto di informatica capace di smanettare in rete tanto da sapersi muovere con disinvoltura nel mondo della criptovaluta, il mezzo necessario per acquistare hashish e marijuana. Come detto, la banda è stata scoperta per una pura casualità, un controllo in strada e il sequestro del telefonino e del computer, i quali, hanno permesso alle Forze dell’ordine, di scoprire un mondo dietro questa organizzazione. All’interno degli apparecchi sono stati trovati i messaggi che riconducevano agli acquisti in bitcoin. Per loro è scattata la denuncia da parte della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura presso il tribunale dei minori.

Un mondo nuovo, che va approfondito perchè rappresenta una strada alternativa per delinquere, ben più complicata da scoprire. Si parte dal dark web, un mondo parallelo rispetto a quello che tutti conoscono, libero e accessibile nel quale è possibile trovare ciò che, nel web normale, non si trova: armi, droga, documenti falsi e immagini proibite. Il tutto mantenendo sempre l’anonimato. Il ragazzino  a capo della banda di beneventani era un maestro nel navigare in questo mondo, e tutto grazie a un’app, Tor (The onion rings, anelli di cipolla). Un market nel quale girare per cercare di trovare la migliore offerta qualità/prezzo, la banda in questione si riforniva in Spagna. E poi c’era il pagamento. Il giovane aveva creato un portafoglio di bitcoin, la valuta utilizzata per effettuare acquisti senza che si possa risalire ai dati di chi compra e senza il controllo delle banche, essendo una moneta virtuale. Esiste solo un codice, nient’altro. Grazie alla criptovaluta, il ragazzino ha acquistato mezzo chilo di sostanze stupefacenti da spedire in un hub di Benevento e anche questa situazione rappresenta un buco nero nella catena dei controlli. Un buco che si è allargato con l’esplosione della pandemia, visto che molte attività hanno chiuso accordi per la consegna degli spedizionieri. E così ha fatto il ragazzo che, tramite un codice, poteva ritirare, in un negozio vicino casa, il pacco spedito.

Un’organizzazione attenta ai particolari, o quasi. Una catena perfettamente in funzione, caduta per un banale controllo in strada. Da quello, è partita una serie di accertamento che hanno reso questa sezione del web, meno dark di quanto non lo sia, e soprattutto, ha portato alla luce le attività illecite del gruppo di Benevento.