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“Tutta la nostra solidarietà a Filippo Roma, minacciato di morte dopo l’inchiesta con Marco Occhipinti sul caso Di Maio. Qualcuno abituato all’idea di zittire in qualsiasi modo chi fa il suo lavoro di dare notizie e informazione?”. “Il clima è grave e non parliamo solo del rischio terribile che si passi dalle parole ai fatti. C’è troppa gente che vuole zittire in ogni maniera chi fa il proprio lavoro di raccontare notizie”. 
E’ questo il messaggio di solidarietà apparso sulle pagine social del programma televisivo “Le Iene“. Solidarietà espressa nei confronti dello storico inviato, oggi anche conduttore della trasmissione, Filippo Roma
 
Tutto parte dall’inchiesta del giornalista sul lavoro nero nell’azienda di famiglia del Ministro del Lavoro. Inchiesta iniziata da una prima testimonianza esclusiva di Salvatore Pizzo, ex dipendente, che ha raccontato alla Iena di aver lavorato due anni, dal 2009 al 2010, nella ditta di Antonio Di Maio e di essere stato pagato per un anno completamente in nero (in contanti, nonostante avesse chiesto di essere regolarizzato). Non l’unico caso, raccontano Le Iene, che raccolgono anche la testimonianza di chi, infortunato sul lavoro, sarebbe stato costretto a non raccontare dell’episodio accorso sul cantiere per poi, una volta trapelata la notizia, licenziare il povero lavoratore. Un filone proseguito nelle ultime settimane con ulteriori testimonianze di lavoratori costretti a lavorare in nero nell’azienda della famiglia Di Maio che dal 2012 insieme alla sorella è passata al 50% all’attuale Ministro del Lavoro.
Una storia che naturalmente ha destato scalpore nei piani alti della politica andando a toccare la figura dell’esponente del Movimento Cinque Stelle e della sua famiglia. Non la prima volta per l’inviato de Le Iene che aveva già indagato su Di Maio ma che è stato costretto, nell’ultimo caso, a subire minacce di morte sul web da presunti militanti grillini che non hanno preso bene l’inchiesta. Una vicenda assurda la cui unica “colpa” di Filippo Roma è quella di aver dato voce ai lavoratori che lamentavano di essere stati impiegati in nero all’interno dell’azienda di famiglia del Ministro dell’Interno. 
 
In questi giorni ho ricevuto messaggi di varia natura e genere e c’è poco da divertirsi – confessa Filippo Roma ad Anteprima24 – frasi diverse ma tendenzialmente tutte della stessa natura. Ho letto da “pezzo di merda” a “uomo di merda”, da “servo di Renzi e Berlusconi” fino a “quanti soldi ti ha dato il Cavaliere per realizzare questo servizio?”. E poi naturalmente i peggiori – prosegue Roma – con minacce di morte come “se ti incontro per strada ti ammazzo” oppure “vivo nel tuo stesso quartiere e se ti incontro ti meno”. Centinaia di offese pubbliche che la Iena si è ritrovato all’indomani della messa in onda dell’inchiesta ma che non hanno assolutamente scalfito la volontà di proseguire in maniera eccellente il proprio lavoro: “L’ho presa con tranquillità – sottolinea il conduttore de Le Iene – sono classici messaggi di leoni da tastiera. Non me la sono presa perchè sono abituato, ogni volta che faccio un servizio sul Movimento Cinque Stelle scatta la valanga di messaggi. Non sono preoccupato, certo non posso dire che fa piacere svegliarsi la mattina e ritrovarsi accuse e minacce di questo tipo ma sono sicuro che sono insulti di persone che probabilmente vivono frustrazioni e che si sfogano in questo modo. Certamente, inutile dire – conclude Roma – non sono questi messaggi a condizionare la mia attività. Proseguirò nel mio lavoro, viviamo in un Paese in cui spesso si tende a condizionare la libertà di stampa ma un Paese può ritenersi libero solo quando la stampa non è condizionata dal potere. E per fortuna lavoro in un programma che non si è mai posto limiti rispetto alle inchieste o ai casi da trattare”. 
Interpellato sul proseguimento della vicenda relativa al caso Di Maio, Filippo Roma tira dritto: “In questo momento non ci sono ulteriori sviluppi. Domani sera ci sarà un servizio finale sulla vicenda per valutare insieme se ci sono stati, o meno, dei presunti abusi edilizi. Non ci sono ulteriori novità ma ciò non esclude che se dovessero esserci continuerò e continueremo ad indagare”. 
 
Solidarietà a Filippo Roma anche dalla redazione di Anteprima24. Nessun partito, nessun politico, nessun imprenditore e nessuno governo può e deve limitare la libertà di informazione perchè, come diceva Thomas Jefferson: “dove la stampa è libera e tutti sanno leggere, non ci sono pericoli”.