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Napoli – Chiusa l’indagine sulle cosiddette false vaccinazioni nell’hub della “Fagianeria” del Museo di Capodimonte, condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli, relativa ai vaccini falsamente inoculati, e diretta dal pm Henry John Woodcock – che ha sottoposto a misure reali (perquisizioni e sequestri) circa 70 soggetti, alcuni anche della provincia di Benevento (una donna di San Nicola Manfredi e un uomo di Frasso Telesino). I soggetti coinvolti nel Sannio sono difesi dall’avvocato Gerardo Giorgione.

Tutte le persone sono indagate in concorso per corruzione e false attestazioni, poiché gli incaricati di pubblico servizio (medici ed infermieri), per somme che andavano da 150 fino a 700 euro (per minori), attestavano falsamente l’inoculazione dei vaccini. Ora parola ai difensori e per chi vorrà presentare memorie difensive nel termine di 20 giorni. Altrimenti saranno fissate le udienze per iniziare il processo.

L’INCHIESTA E IL BLITZ DEI NAS NELL’HUB DI CAPODIMONTE

L’inchiesta prende le mosse da una denuncia della Asl Napoli 1, a partire da alcune anomalie riscontrate nell’hub nell’ex Fagianeria nel Real Bosco di Capodimonte. Due persone, un infermiere addetto alle vaccinazioni e un operatore socio sanitario, furono arrestate dai Nas di Napoli perché, secondo gli investigatori, fingevano di somministrare il vaccino in cambio di denaro. Si tratta di due dipendenti dell’Asl Napoli 1 accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e falso in atto pubblico. L’operatore procurava i pazienti (una trentina quelli individuati) che pagavano 150 euro mentre l’infermiere somministrava il vaccino nell’ovatta. A condurre le indagini è stata la Procura di Napoli con a capo il pm Henry John Woodcock. 

I carabinieri del Nas di Napoli entrarono in azione nell’hub vaccinale istituito nella “Fagianeria” del Museo di Capodimonte di Napoli, dopo una “soffiata”. I militari, a questo punto, per individuare i responsabili, installarono delle videocamere. Le immagini consentirono di scoprire l’infermiere e l’operatore socio sanitario nei confronti del quale il gip aveva disposto l’arresto in carcere, la più afflittiva delle misure cautelari previste.

Tra coloro che hanno pagato per non farsi inoculare il vaccino ottenendo nel contempo il green pass figurano perlopiù personale scolastico, insegnanti, assistenti tecnico-amministrativi e qualche dipendente ministeriale. In seguito alla presunta falsa attestazione di avvenuta vaccinazione, i pazienti avrebbero ottenuto, pur non avendo titolo, la “certificazione verde anti – SARS – COV-2”. Le indagini dei carabinieri del Nas di Napoli, coordinati dal comandante Alessandro Cisternino, hanno inoltre evidenziato che quattordici soggetti, cui sarebbe stato falsamente inoculato il vaccino, risultano appartenere a categorie di lavoratori per le quali è previsto l’obbligo di vaccinazione al fine di ottenere il rilascio del Green Pass e proseguire nello svolgimento delle rispettive mansioni.