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Benevento – Un romanzo che si inquadra in uno spaccato di società che presenta elevato grado di lacerazione e nella quale la speranza di riveder le stelle è precaria, se non compromessa. Il romanzo in questione è quello di Don Alessandro Gargiuolo, sacerdote di frontiera, presentato presso la Sala del Centenario alla Madonna delle Grazie. Il titolo è emblematico, “Sette in un giorno”, sette spaccati di vita racchiusi nella giornata di un uomo qualunque oberato, come molti, da un percorso di vita travagliato e incerto.

Le condizioni socioeconomiche al tempo della crisi, la perdita di certezze acquisite negli anni, la consapevolezza di dover mettere in discussione la propria esistenza. Un romanzo che però è anche un segnale di resistenza per uomini miti, un messaggio che in fondo dà la consapevolezza che arrendersi non è in agenda e che una economia dal volto umano è possibile e forse inevitabile. Più solidarietà e meno finanza, più relazioni e meno chiusura è il tema alla base di una palingenesi di cui l’umanità ha assoluto bisogno. 

L’autore racconta come la concentrazione geografica di disagi economici, sociali ed ambientali in molte aree urbane è diventata una minaccia crescente per la coesione e lo sviluppo equilibrato del nostro Paese ed in particolare del nostro Mezzogiorno. L’autore riesce a rivolgersi a coloro che vogliono essere i testimoni della speranza nel mondo, evitando di mettersi su un piedistallo etico e culturale, quanto piuttosto per accompagnare l’uomo a ritrovare sé stesso, a riscoprire il senso del suo stare con gli altri, che prevede, tra le altre cose, l’allocazione delle scarse risorse che spesso la comunità umana condivide.

Il Rettore Filippo de Rossi  ha sottolineato come  il modello economico finanziario  sia  andato oltre e più veloce della società: “Occorre ragionare su processi economici e cercare di far emergere una nuova consapevolezza”. Presente anche Libera con Simone Razzano che ha raccontato la sua esperienza nell’associazione coinvolti in un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione. Razzano ha rimarcato l’esigenza di fare rete e cooperazione.